Recensione. Anime di vetro. Falene per il commissario Ricciardi

Sinossi ufficiale

Ricciardi sta vivendo una profonda crisi personale, e per di più non ha per le mani casi interessanti. Così, quando la bellissima, altera Bianca di Roccaspina gli chiede di indagare su un omicidio già ufficialmente risolto da mesi, accetta di condurre, per la prima volta, un’indagine non autorizzata. Il commissario viene coinvolto dalla vicenda come mai avrebbe creduto, finendo con il sottovalutare i pericoli che lo circondano: qualcuno lo ha messo nel mirino e aspetta solo che faccia un passo falso.

Recensione

Stavolta Ricciardi e Maione sono alle prese con un cosiddetto cold case: l’avvocato Piro è stato ucciso tempo prima e il conte di Roccaspina, malato di gioco d’azzardo, si è proclamato colpevole, ma la moglie Bianca non gli crede e vuole far riaprire il caso.

A complicare il tutto c’è la morte della tata di Ricciardi, la fedele Rosa, e l’apparire inopportuno di un pretendente per Enrica.

Ricciardi dovrà stavolta risolvere il mistero e superare la sua crisi esistenziale.

Il personaggio e forse anche l’autore accusano un po’ di stanchezza, anche se la tensione si mantiene viva per tutta la narrazione. Mi sarei aspettata qualche colpo di scena in più da questo navigato affabulatore qual è De Giovanni

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