Recensione. Casa Lampedusa

Sinossi ufficiale

Ogni uomo, per quanto insignificante, dovrebbe lasciare qualche cronaca del tempo trascorso su questa terra. Le parole di Stendhal echeggiano nella mente dell’uomo di mezza età che fa una sosta pensosa in chiesa prima di avviarsi all’incontro con il cugino, Lucio Piccolo, al Caffè Mazzara, luogo consueto di conversazioni appassionate sulla letteratura. Siamo a Palermo, una mattina di gennaio del 1955, e l’uomo di mezza età, a cui è appena stata diagnosticata una malattia senza ritorno, è Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Una vita di studi e scritture, e non ha creato nulla. Non ancora. Parte da qui, da questo nodo di slanci e frustrazioni, il racconto intimo e dolente degli ultimi anni di un grande scrittore dediti alla stesura sempre più urgente di un solo capolavoro, Il Gattopardo, punteggiati da infruttuosi tentativi di pubblicazione e rasserenati dagli affetti – l’adorata moglie Licy, il cugino Gioacchino – prima della resa di fronte all’ineluttabile.

Recensione

Ho scoperto che questo libro grazie al Bompiani book club a cui ho partecipato e e devo dire che è stato uno dei romanzi più belli letto quest’anno.

Lo stile del romanzo è ampio e solenne, c’è una particolare attenzione alla musicalità delle parole, all’accostamento dei termini tra di loro, alle descrizioni e tutto questo conferisce alla lettura. Un ritmo lento e pacato, disteso. Questa lentezza è dovuta anche al fatto che i fatti ci vengono narrati attraverso gli occhi di un uomo avanti con gli anni, che è anagraficamente vecchio ma soprattutto si sente vecchio, si sente oppresso da uno spossante senso di finitezza, è tormentato dal fatto che se guarda a quella che è stata la sua vita si accorge che tra poco essa finirà, lui non avrà lasciato niente di sé e questo pensiero lo ossessiona.

Attraverso le pagine del romanzo impariamo a conoscere il principe Tomasi di Lampedusa, ne apprezziamo la cultura, la raffinatezza, le sue qualità di grande lettore, di appassionato di letteratura inglese su cui organizza delle lezioni per Gioitto e altri ragazzi desiderosi di imparare . Poi scopriamo anche come lo scrittore ha ideato il suo romanzo , come all’inizio volesse scrivere un testo simile all’Ulisse di Joyce che narrava i fatti che si svolgono in un solo giorno e poi cambia idea.

È un libro profondamente malinconico, che ci fa entrare nella testa di un uomo avido di vita e di progetti, ma tormentato dal senso incombente della malattia che rivelerà alla moglie e gli amici solo quando non può più farne a meno. La malinconia è data anche dal fatto che il romanzo ha delle digressioni molto ampie che riguardano i ricordi del protagonista, la sua infanzia in apparenza dorata, ma tormentata dalla presenza di una madre bellissima e terribile, che lui ha amato moltissimo. Ai ricordi nostalgici del passato si aggiunge poi lo sbriciolarsi del presente, determinato dal fatto di aver perso quasi tutto del patrimonio di famiglia, costretto a vivere in una casa fredda, scomoda, mentre il palazzo dei Lampedusa cade a pezzi e le altre proprietà sparse in tutta la Sicilia stanno subendo la stessa sorte. La cosa assurda per esempio è che il principe non ha mai messo piede sull’isola di Lampedusa ma l’ha vista solo all’orizzonte, da lontano, sfocata e quasi irraggiungibile.

È una lettura che ci parla di un mondo che sta per scomparire, il mondo dell’antica nobiltà che ancora cerca di essere aggrappata ai suoi valori, ai suoi titoli, alle sue proprietà ma che si deve arrendere e soccombe sotto i passi del nuovo mondo che avanza, proprio come succede anche ai protagonisti de Il gattopardo di Tomasi di Lampedusa, il romanzo al quale lui ha lavorato negli ultimi anni della sua vita incessantemente, ogni giorno, per il quale ha subito delle delusioni cocenti, perché è stato rifiutato sia da Mondadori che da Einaudi e ha ricevuto uno straordinario successo di pubblico solo dopo la morte del suo autore.

Una lettura davvero straordinaria che fa venir voglia di riprendere in mano Il gattopardo, uno dei romanzi più affascinati del nostra letteratura.

L’autore

Steven Price è un poeta e scrittore canadese più volte premiato per le sue raccolte di versi. Insegna poesia e scrittura all’università di Victoria, in British Columbia, dove vive con la sua famiglia. Nel 2018 Bompiani ha pubblicato il suo romanzoL’uomo di fumo.

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