Recensione. Leggere Lolita a Teheran

La migliore letteratura ci costringe sempre interrogarci su ciò che tenderemo a dare per scontato, e mette in discussione tradizioni e credenze che sembravano incrollabili.

Sinossi ufficiale

Nei due decenni successivi alla rivoluzione di Khomeini, mentre le strade e i campus di Teheran erano teatro di violenze barbare, Azar Nafisi ha dovuto cimentarsi nell’impresa di spiegare a ragazzi e ragazze, esposti in misura crescente alla catechesi islamica, una delle più temibili incarnazioni del Satana occidentale: la letteratura. È stata così costretta ad aggirare qualsiasi idea ricevuta e a inventarsi un intero sistema di accostamenti e immagini che suonassero efficaci per gli studenti e, al tempo stesso, innocui per i loro occhiuti sorveglianti. Il risultato è un libro che, oltre a essere un atto d’amore per la letteratura, è anche una beffa giocata a chiunque tenti di proibirla.

Recensione

La protagonista si è dimessa dall’università e vuole creare un seminario tutto suo in cui essere libera dalle restrizioni della Repubblica islamica, in cui insegnare a un gruppo di studenti appassionati di letteratura. All’inizio si parla soprattutto di Nabokov e Lolita. Nella seconda parte del romanzo l’autrice ricorda i suoi primi anni dell’università di Teheran come insegnante, all’inizio della rivoluzione, le sue lezioni su Il grande Gatsby. Nella terza parte si parla della guerra tra Iraq e Iran scoppiata nel 1980 e terminata nel 1988 e del corso della protagonista su Henry James, nella quarta di Jane Austen.

Scopo del seminario è di leggere e discutere opere di narrativa e ognuna delle ragazze presenti deve tenere un diario in cui annotare le proprie reazioni e i modi in cui i romanzi letti e la discussione si legano alle loro esperienze personali e sociali. I ragazzi sono stati scelti per la loro passione per la letteratura, mentre i romanzi sono stati selezionati in base alla fede dei loro autori nel potere interpretativo e quasi magico della letteratura

In Iran gli abitanti mettevano una certa distanza tra loro e l’esperienza quotidiana dell’umiliazione, parlandone come se quegli episodi non fossero capitato a loro.

La generazione della scrittrice inoltre ha un passato da paragonare al presente, si lamenta per un vuoto che si è creato nella sua vita, invece le sue studentesse hanno ricordi fatti di desideri realizzati, di cose che non hanno mai avuto

Una bella lettura formativa, dallo stile scorrevole e accattivante che ci porta in un mondo in cui le donne non sono libere, ieri come oggi.

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