Recensione. La più amata

Sinossi ufficiale

La Ciabatti ci mette in mano la storia della sua famiglia e della sua vita: dopo 26 anni dalla morte del padre decide di scoprire chi era quest’uomo e di cercare di capire perché lei è diventata quello che è, affettiva, discontinua, egoista, diffidente e ossessionata dal passato.

Pagina dopo pagina scopriamo un uomo che nel suo piccolo mondo è osannato, ammirato da tutti e riverito, ricoperto di regali e di attenzioni.di fronte a lui la moglie si annulla, scompare e i due gemelli nati dalla loro unione hanno due destini diversi: il maschio è tutto preso dal tennis, schivo e silenzioso, mentre Teresa cresce amata e vezzeggiata, viziata, accontentata in tutto fino a quando viene mandata a scuola in una città più grande e scopre di non essere nessuno. Con il tempo diventerà una donna annoiata, sempre irrequieta e mai soddisfatta.

Il libro si fa leggere tutto d’un fiato e ci conquista con il ritratto della protagonista, una ragazzina che ha messo il padre su un piedistallo e poi con il tempo è riuscito a capire la sua vera natura, una donna che è cresciuta nonostante la sua famiglia.

Io avvicinerei Teresa al protagonista del romanzo di Italo Svevo, Zeno, in quanto la ritengo una narratrice inattendibile, una manipolatrice che sa piegare la realtà a suo vantaggio, che nasconde molto più di quanto rivela e che forse proprio per questo riesce a catturare l’attenzione del lettore.

Recensione

La Ciabatti ci mette in mano la storia della sua famiglia e della sua vita: dopo 26 anni dalla morte del padre decide di scoprire chi era quest’uomo e di cercare di capire perché lei è diventata quello che è, affettiva, discontinua, egoista, diffidente e ossessionata dal passato.

Pagina dopo pagina scopriamo un uomo che nel suo piccolo mondo è osannato, ammirato da tutti e riverito, ricoperto di regali e di attenzioni.di fronte a lui la moglie si annulla, scompare e i due gemelli nati dalla loro unione hanno due destini diversi: il maschio è tutto preso dal tennis, schivo e silenzioso, mentre Teresa cresce amata e vezzeggiata, viziata, accontentata in tutto fino a quando viene mandata a scuola in una città più grande e scopre di non essere nessuno. Con il tempo diventerà una donna annoiata, sempre irrequieta e mai soddisfatta.

Il libro si fa leggere tutto d’un fiato e ci conquista con il ritratto della protagonista, una ragazzina che ha messo il padre su un piedistallo e poi con il tempo è riuscito a capire la sua vera natura, una donna che è cresciuta nonostante la sua famiglia.

Io avvicinerei Teresa al protagonista del romanzo di Italo Svevo, Zeno, in quanto la ritengo una narratrice inattendibile, una manipolatrice che sa piegare la realtà a suo vantaggio, che nasconde molto più di quanto rivela e che forse proprio per questo riesce a catturare l’attenzione del lettore.

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