
Sinossi ufficiale
Anni Cinquanta del secolo scorso. Lucien Nourissier, psichiatra di Parigi studioso di menti criminali, prende contatto con un giornalista spiantato di Barcellona, Carlos Infante, autore di un servizio sulla Pastora. Donna e uomo, partigiana e bandito, datasi alla macchia per connaturata estraneità ai legami umani, accusata di ogni genere di delitto, per anni braccata invano dalla ferocia della Guardia Civil del Generale Franco, fu realmente protagonista di imprese ardite e divenne un personaggio della leggenda popolare. Il medico parigino e il giornalista barcellonese sono due opposti temperamenti, idealista il primo, cinico e venale l’altro, raffinato borghese il francese, grossolano e abituato ad arrangiarsi lo spagnolo. Ma Nourissier riesce a convincere Infante, in cambio di danaro, a buttarsi sulle tracce della Pastora, per squarciare la cortina del suo enigma, svelarne finalmente la natura, le motivazioni, il destino. La ricerca segue i sentieri selvaggi già percorsi dalla bandita; entra nelle cittadine e nei villaggi di pietra antica dove aveva trovato odio ma anche complicità; fruga nei segreti di comunità ermetiche e diffidenti. Il rischio per i due è mortale: finire nelle mani della Guardia Civil, che occulta perfino il nome della ribelle, oppure restare in un fosso con un coltello in petto, per una parola in più, per uno sgarbo non calcolato.
Recensione
In epoca franchista un giornalista spagnolo e uno psichiatra francese partono alla ricerca di un essere misterioso noto come la Pastora, un po’ uomo e un po’ donna, un partigiano che si è rifugiato sulle montagne della Catalogna, in un luogo estremamente impervio e sperduto e che viene ricercato da tutto dalla Guardia Civil per aver commesso 29 omicidi.
Ai capitoli narrati in terza persona si alternano quelli in corsivo dove a prendere la parola è proprio la Pastora
“. Mi danno la caccia come a una bestia, come a una brutta bestia di quelle che mangiano le pecore, che fanno danni. Ma io non sono un lupo e neanche una volpe e non ho ammazzato nessuno. Sono una persona e sono un uomo! Guardate: porto i pantaloni. Anche se alla peggio mi farebbe lo stesso vivere da donna. Quando li hai tutti dietro a darti la caccia, non te ne importa più. Finisce che non sei né una donna né un uomo: non sei niente, non c’è nessuno che ti aspetta, nessuno si preoccupa se stai bene o se stai male. Ma io sì che mi preoccupo. Ho visto morire della gente, ho visto morire delle bestie, e nessuno voleva morire. Ho visto come volevano rimanere vivi ad ogni costo”
Da sola, tra le montagne, braccata tutti, con un ricordo remoto della sua vita precedente. Vive in estrema solitudine e comincia a soffrire per questa sua condizione perché come ogni essere umano bramerebbe la compagnia di qualcuno, di un altro essere umano o magari di un cane o di un gatto , che le ricordano la sua vita precedente quando badava agli animali e ci sapeva fare. I grandi la temono i piccoli lo infastidiscono, le chiedono continuamente che cosa abbia tra le gambe e questo la fa soffrire, perché non ho voglia di dover essere sottoposta continuamente agli stessi scherzi. È una persona profondamente turbata, inquieta, che a volte si lascia andare all’ira e alla violenza ma in fondo ha un animo tenero.
Il giornalista spagnolo è un cinico che accetta di andare alla ricerca della Pastora solo per convenienza, ma poi si appassiona al lavoro e si affeziona anche allo psichiatra francese, il quale sente molto la nostalgia della sua famiglia, ma in nome del lavoro non hai esitato ad abbandonarla e a buttarsi in un’avventura più grande di lui.
La terra nella quale si muovono lo spagnolo e il francese è l’altra grande protagonista del libro, brulla e inospitale e la gente che la popola all’inizio è scontrosa e diffidente ma poi diventa più affabile. È un mondo duro, arcaico, che sembra animato da valori che non sono quelli della convivenza civile, un mondo nel quale il medico francese fa fatica ad adattarsi ma che deve accettare per portare a termine la sua ricerca sulla Pastora.
Questa volta il libro dell’autrice mi ha sorpreso molto, perché finora avevo letto solo le storie dedicate a Petra Delicado , ma cimentandosi con questa storia cruda e affascinante ha dimostrato uno stile versatile e accattivante, capace di conquistare il lettore pagina dopo pagina, soprattutto nei passi introspettivi in cui a prendere la parola è la Pastora.