
Sinossi ufficiale
Un’avventura che attraversa mezzo secolo, una protagonista che ha la forza di tutte le grandi donne. Maria Imparato è cresciuta in una casa piccola e affollata, con un albero di mandarini proprio al centro del cortile. Ha mani da sarta, una massa di capelli scuri, il corpo sottile di chi ha conosciuto la fame e il calore di Napoli che le scorre nelle vene. Quando incontra Tonino Balestrieri, la guerra è finita da poco e sognare sembra di nuovo possibile: quel ragazzo di buona famiglia, bello ed elegante, non ha occhi che per lei. Per diventare sua moglie, Maria dovrà sfidare l’ignoranza della gente dei vicoli e il pregiudizio dei quartieri alti, e infine emigrare in Brasile, con un oceano a separarla da tutto ciò che ama. Ma la miseria torna sempre a galla, come la schiuma del mare. A Rio de Janeiro, insieme a Tonino, la aspetta Severina, elegantissima e spietata, una suocera dagli occhi di serpente disposta a tutto pur di scacciarla via. Maria sa che il futuro si affronta senza paura, e per la sua libertà è disposta a lottare. “Se tieni delle ferite devi guardarci dentro” si dice, “perché è là che ci trovi la bellezza.” Sarà il suo passato a darle la forza per andare avanti, per sfidare il destino e ripartire ancora una volta. La sua storia attraversa il Novecento come un’onda ribelle e tenace, e ci racconta una vita eccezionale, fatta di sogni, di fatica e di passione.
Recensione
“Se non conosci a fondo il make, non potrai mai capire il bene”
Cresciuta tra i vicoli di Napoli, con una madre che la rimprovera sempre e le preferisce la sorella Elena e un padre dolce e affettuoso, attirata da Pupella che fa “la vita”, Maria si aggira per il mondo con una caparbietà è una voglia di migliorare che non l’hanno mai abbandonata. Il libro si apre con la sua partenza per l’America e poi a ritroso ripercorre la sua esistenza.
Ho apprezzato molto la potenza evocativa del linguaggio della scrittrice che riesce a ricreare immagini vivide dei luoghi e dei personaggi che li popolano: abbiamo così l’impressione di essere con Maria sulla nave che lascia Napoli, ammassata con altre persone nella stiva tra afrori e voci concitate, soffriamo con lei nel letto, quasi privi di senso in preda alla febbre, siamo con lei nella casa di Pupella, davanti allo specchio della toletta, tra ciprie e rossetti.
La piccola Maria cresce forte e determinata, consapevole che deve saper affrontare il dolore perché anche lì c’è bellezza, impara ad inventarsi la felicità, cerca di migliorare, di elevarsi al di sopra della miseria che la rincorre in continuazione, ma impara ben presto che i sogni non si possono realizzare e che quelli troppo luminosi abbagliano e nascondono le ombre.
La vita ha messo a dura prova Maria ma nonostante questo lei non si scoraggia mai, neanche di fronte al rancore che la madre prova per lei o il fatto che lei preferisca sua sorella Elena, neanche di fronte alla perdita di pupilla che per lei era come una madre , neanche di fronte alla perdita dell’amore che tanto aveva sognato. Tutta questa sofferenza contribuisce a rafforzare il suo carattere e nello stesso tempo non le fa perdere la speranza che primo poi anche a lei il destino riserverà un po’ di felicità. Ma questa è un obiettivo che si raggiunge a fatica, Maria impara presto che deve dare tutta se stessa per poter ottenere anche un piccolo scampolo di serenità, perché la vita si accanisce contro di lei, un attimo le regala una piccola gioia e subito dopo se la riprende, gettandola nella disperazione.
È stata una lettura molto emozionante, è un romanzo di formazione che ti porta a conoscere un personaggio forte, determinato, che non si è mai arreso neanche di fronte ai dolori più profondi, neanche dopo l’ennesima delusione, neanche dopo tutte le batoste che la vita le ha riservato. Maria è un personaggio che si scolpisce nel cuore dei lettori e che ha molto da insegnare a tutti noi.