Nuove uscite in libreria Adelphi

Onizuka Kumako è una donna avvenente, dalla figura prosperosa e dai modi spregiudicati. Entraîneuse nei bar di Tokyo, sa come sedurre i clienti, e per farsi rispettare non esita a usare le maniere forti – e a ricorrere, se necessario, alle sue amicizie malavitose. Peccato che Shirakawa Fukutarō, ricco vedovo alla disperata ricerca di compagnia, sia all’oscuro del suo passato e decida di sposarla, portandola a vivere nella regione dello Hokuriku. Sarà un matrimonio di breve durata: in una piovosa sera di luglio l’auto su cui viaggiano finisce nelle acque del porto e Fukutarō annega. Accusata di aver architettato l’omicidio per riscuotere il premio di un’assicurazione sulla vita del marito, Kumako si ritrova nel tritacarne della stampa che, assecondando i pregiudizi della gente del posto, si scatena contro la «demonessa». Benché dal carcere lei non cessi di proclamarsi innocente, solo una manciata di temerari avvocati è disposta a crederle: almeno fino a quando il dubbio non comincia a serpeggiare e inattesi particolari tornano alla luce. Come sempre Matsumoto si rivela un maestro nel rovesciare le prospettive, ma soprattutto nello spiazzare il lettore smascherando, a partire da un’oscura vicenda, il più torbido sottofondo della società giapponese.

Una volta, alla domanda se leggesse romanzi gialli, Faulkner replicò sornione: «Quando sono buoni come I fratelli Karamazov». Al pari di Dostoevskij, amava infatti trasfigurare e usare ai suoi fini la struttura del poliziesco – quasi che la letteratura non fosse altro che un polveroso tribunale, nascosto tra le quinte del profondo Sud americano. Questo romanzo del 1948 ne è l’ennesima riprova. Nella mitica contea di Yoknapatawpha – dove Faulkner ambientò molti dei suoi romanzi e racconti più celebri –, il vecchio nero Lucas Beauchamp è accusato di aver ucciso un bianco, e rischia il linciaggio. Il solo disposto ad aiutarlo è un ragazzo bianco, Chick, che non esita – accompagnato dall’amico nero Aleck Sander e da una vecchia zitella forse leggermente tocca – a riesumare il corpo della vittima come Lucas gli ha chiesto. Li attende una scoperta sconvolgente, che cela una torbida realtà. Ma a catturare e trascinare il lettore, assai più del ricorso al murder mystery, sarà il mirabolante «flusso di coscienza» di Chick, intramezzato da superbe descrizioni di una natura bella e crudele, da brani risentiti sulla Guerra Civile, da brevi, convulse scene d’azione: una «rappresentazione a massimo potenziale», per usare le parole di Emilio Cecchi, che sigilla sulla pagina lo stile folgorante, unico di Faulkner.

Figlie di una coppia di origine caraibica, June e Jen­nifer Gibbons, gemelle omozigote, rivelano fin dai primissimi anni un’intelligenza acutissima e ap­paiono unite da un legame fisico e psicologico così forte da rendere difficile l’accesso al loro mondo. Dopo i primi, fallimentari, tentativi di inserimen­to nella scuola, June e Jennifer si chiudono in ca­sa e conducono una propria vita separata da tut­to e da tutti. Con una furia dell’immaginazione che ricorda la storia delle sorelle Brontë, inventano un universo fantastico e cominciano a scrivere ro­manzi e novelle di sorprendente qualità. Infine, de­cidono di uscire nel mondo esterno, lanciandosi in pericolose azioni di sfida, sinché vengono arre­state, condannate e internate a Broadmoor, fami­gerato manicomio criminale, dove rimarranno undici anni. Questa storia terribile viene qui rac­contata da una nota giornalista del «Sunday Times», Marjorie Wallace, che con grande finezza ha saputo farsi strada nel loro mondo segreto. Ne è risultato questo libro-­documento, impressionan­te immersione in uno dei casi psicologici più mi­steriosi, rivelatori e strazianti del secolo scorso.

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