
Sinossi ufficiale
Andrea Sorci, in preda a un accesso di rabbia, uccide la sua domestica “continentale”. L’omicidio viene insabbiato dal figlio illegittimo del barone Sorci, il potentissimo Peppe Vallo, altrimenti noto come l’Americano. Rico, nipote di Andrea, che sa ma non parla, è un uomo tormentato, deluso dalla Sicilia ferita del dopoguerra: vive accanto a Rita, che ama e non può fare a meno di tradire. Eppure qualcosa si muove: tre donne, le zie che i Sorci hanno ribattezzato “le Tre Sagge”, fondano nella sagrestia della chiesa dei Santi Scalzi il Circolo del Punto Pieno, dove ricamano corredini, tovaglie, lenzuola, asciugamani. Dalla nobildonna alla monaca di casa, alla prostituta, in quel “tripudio febbrile delle dita” si dà forma a una sorta di adunanza femminile dove si discute, si commenta, ci si consola, si offre una speranza di cambiamento e si rammendano traumi sociali e famigliari. È una nuova sorellanza basata su una “separazione dal mondo fuori che solo le donne, quando sono insieme, riescono a creare e a difendere”. Intanto, però, l’uomo vola sulla Luna, gli studenti si ribellano. E la tensione positiva dei movimenti a cavallo fra gli anni sessanta e settanta si scontra con le contraddizioni dell’isola. Dal 1955 al 23 maggio del 1992, quando furono uccisi Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli agenti della scorta, Simonetta Agnello Hornby tiene stretto il filo della saga famigliare cominciata con “Caffè amaro” e proseguita con “Piano nobile” per consegnarci un ricamo di omicidi, ossessioni, amori, violenze della Sicilia uscita martoriata dal Secondo conflitto mondiale e pronta a patire, protagonista e vittima, altre guerre
Recensione
“[…] le camere da letto, la cucina, l’anticucina, i riposti, le stanze della biancheria, la stireria. Dappertutto, casse, bauli, cesti pieni di roba, abbandonati da anni, decenni. Tante camere, tanti mobili, tante tende, tanti tappeti, tanti quadri. Lo scempio di una famiglia distrutta da una guerra interna, guerra di invidie e di paure, paura di povertà, di decadenza, di abbandono.”
Continuano le vicende della famiglia Sorci: dopo la morte di Andrea, i fratelli devono decidere cosa fare del vecchio palazzo in cui lui era rimasto ad abitare da solo; poi c’è la tresca tra l’avvocato Peppe Vallo, figlio Bastardi del barone, e una delle giovani Sorci, Mariolina; la storia del matrimonio tra Rico, figlio del nuovo Barone Cola, e Rita Sala; ma sopra tutto spicca la nascita del Circolo del punto piano creato dalle Tre Sagge, le tre anziane della famiglia che hanno dato vita ad un circolo del cucito per dare aiuto a donne in difficoltà.
“Il ricamo costituisce anche una garanzia per la vecchiaia: non stanca mai e si può continuare a ricamare anche quando la vista si abbassa; infonde serenità, pace, conforto, e stimola la creatività; inoltre, incoraggia la riflessione, da sole o in gruppo.”
Cucendo si tengono in allenamento le mani e si tiene anche occupata la mente, ci si fanno confidenze a occhi bassi, sempre attenti al ricamo, che altrimenti si avrebbe vergogna a fare, ci si libera di pesi e fardelli, rammendare consola perché da l’idea che ciò che è rovinato può essere recuperato e non necessariamente deve essere buttato. Far parte del Circolo può essere anche un modo per tante donne “pericolate” per redimersi, per guadagnare onestamente.
Il racconto procede affidato alle voci narranti dei protagonisti: Mariolina, la zia Sara una delle tre sagge, Peppe Vallo, Rico Sorci, la moglie Rita.
Dalle loro parole cogliamo le loro inquietudini e possiamo osservare un fatto contemporaneamente sotto due o più diversi punti di vista, cosa che ci da’ prospettive diverse e ci fa comprendere appieno la complessità degli eventi che si verificano.
La coralità del racconto anche in questo capitolo conclusivo della trilogia si rivela un espediente narrativo molto interessante, che arricchisce la storia e cattura l’anima del lettore dalla prima all’ultima pagina, come anche il fatto che personaggi ed eventi reali si intreccino con altri inventati.
L’autrice ancora una volta dimostra la sua abilità di affabulatrice elegante e discreta, di profonda conoscitrice dell’animo umano, capace di scandagliarlo in profondità e di mettere a nudo le sue più intime debolezze.