Nuove uscite Adelphi

Alla propria «autobiografia mentale» Croce ha de­dicato, oltre al Contributo alla critica di me stesso, nu­merosi luoghi delle sue opere, della corrisponden­za e, soprattutto, del diario che per oltre quaran­t’anni ha tenuto nell’austero intento di «invigila­re» sé stesso. Ritagliando da queste fonti i passi più rivelatori, con una finezza pari alla sua competenza, Giuseppe Galasso ha costruito un’antologia ca­pace di farci vivere dall’interno l’ininterrotto dialo­go che Croce ha intrattenuto con sé stesso e di svelarci così le ragioni profonde di un’attività tan­to prodigiosa. Un’attività che nasce da un’intima tendenza per la letteratura e per la storia e che, do­po avergli consentito di superare gli anni dolorosi e cupi successivi alla scomparsa dei genitori e della sorella nel terremoto del 1883, varca i confini del­l’erudizione per poi aprirsi alla vita politica e so­ciale. Anche di questo ruolo centrale sulla scena pubblica cogliamo qui i risvolti più personali e se­greti: dall’«amaro compiacimento» che gli deriva nel 1925 – dopo il rifiuto di sostituire Gentile co­me ministro dell’Istruzione – dal «sentirsi libero tra schiavi», al senso di liberazione «da un male che gravava sul centro dell’anima» suscitato dal­l’arresto di Mussolini, sino all’emblematica con­ fessione del 1951: «La morte … non può fare altro che così interromperci, come noi non possiamo fare altro che lasciarci interrompere, perché in o­zio stupido essa non ci può trovare».

La Triomphante di Teresa Cremisi è la perfetta traduzione romanzesca di quella parabola di Borges in cui un pittore dipinge paesaggi – mari, boschi, città – e alla fine si accorge di aver dipinto il proprio volto. Il romanzo è un asciutto, incantevole ed elusivo autoritratto in cui le cose e le persone – i refoli della storia e le loro tracce nella polvere dispersa, i colori, gli odori, la “quiete sorniona del mare che lappa lentamente la sabbia”, i porti d’Oriente affollati di navi, le lingue più diverse che echeggiano nell’anima come stormire di foglie o stridio di uccelli – diventano lineamenti di un viso e battiti di un cuore».

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