Recensione. Acquanera

Sinossi ufficiale

È un mattino di pioggia gelida, che cade di traverso e taglia la faccia, quello in cui Fortuna torna a casa. Sono passati dieci anni dall’ultima volta, ma Roccachiara è rimasto uguale a un tempo: un paesino abbarbicato alle montagne e a precipizio su un lago, le cui acque sembrano inghiottire la luce del sole. Fortuna pensava di essere riuscita a scappare, di aver finalmente lasciato il passato alle spalle, spezzato i legami con ciò che resta della sua famiglia per rinascere a nuova vita, lontano. Ma nessun segreto può resistere all’erosione dell’acqua nera del lago. A richiamarla a Roccachiara è un ritrovamento, nel profondo del bosco, che potrebbe spiegare l’improvvisa scomparsa della sua migliore amica, Luce. O forse, a costringerla a quel ritorno è la forza invisibile che ha sempre unito la sua famiglia: tre generazioni di donne tenaci e coraggiose, ognuna a suo modo. E forse, questa volta, è giunta l’ora che Fortuna dipani i segreti nascosti nella storia della sua famiglia. Forse è ora che capisca qual è la natura di quella forza invisibile, per riuscire a darle un nome. Sperando che si chiami amore.

Recensione

Il libro è un vero e proprio pugno allo stomaco, ti arriva dentro con una forza straordinaria, con l’impeto di una narrazione emozionante e avvolgente.

È la storia di tre generazioni di donne: una nonna Elsa che ha dei sogni premonitori, una madre, Onda che parla con i morti e una nipote, Fortuna che è la voce narrante del romanzo.

Quest’ultima è costretta a ritornare nel piccolo paese dove era nata e vissuta sempre i margini, dove la sua famiglia era sempre stata guardata con sospetto e paura. Per Fortuna tornare a casa significa fare i conti con il proprio passato, significa riportare a galla eventi che l’hanno traumatizzata.

Il suo personaggio è quello che mi ha colpito di più, perché è una persona estremamente sensibile, che ha dovuto subire da bambina molte delusioni che ha cercato di superare con tenacia e pazienza, rifugiandosi in un rapporto di amore e odio con una ragazzina come lei esclusa dagli altri. Inoltre è cresciuto in una famiglia di sole donne, amorevolmente accudita dalla nonna Elsa, che ha fatto di tutto per proteggerla e per amarla, ricompensandola anche della freddezza e del rifiuto che la madre Onda ha sempre nutrito nei suoi confronti.

Anche Elsa e Onda sono dei personaggi molto ben riusciti: sono due donne forti, due sopravvissute all’odio e all’indifferenza, che hanno dovuto affrontare un’esistenza piena di sofferenza ed emarginazione, avvolte dal mistero e allontanate e temute da tutti in paese per i loro poteri sovrannaturali

Consiglio questa lettura a chi ama storie di donne forti e coraggiosi ma anche agli amanti del thriller

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