Recensione . Il talento del cappellano

Sinossi ufficiale

Comincia tutto in una notte di neve, sull’Etna. Il custode di un vecchio albergo in ristrutturazione chiama la Mobile di Catania: nel salone c’è una donna morta. Quando però i poliziotti arrivano sul posto, del corpo non vi è piú traccia. Ventiquattr’ore dopo viene ritrovato nel cimitero di Santo Stefano, proprio il paese dove abita la Guarrasi. Al suo fianco è disteso un uomo, un sacerdote, anzi un monsignore, assai conosciuto e stimato; entrambi sono stati uccisi. Intorno a loro qualcuno ha disposto fiori, lumini, addobbi. Il mistero si dimostra parecchio complesso, oltre che delicato, perché i conti, in questa storia, non vogliono mai tornare, un po’ come nella vita di Vanina. L’aiuto del commissario in pensione Biagio Patanè può risultare al solito determinante. Quell’uomo possiede un intuito davvero speciale, ma ha il vizio di non riguardarsi. Una cattiva abitudine che, alla sua età, rischia di essere pericolosa.

Recensione

Che succede se si trova un cadavere e subito dopo scompare? Poi all’improvviso riappare nella cappella di un monsignore insieme al cadavere di quest’ultimo? È questa l’indagine assurda che deve svolgere Vanina Guarrasi insieme alla sua squadra, supportata dal sempre presente commissario in pensione Patane’ . Un vero e proprio rompicapo su cui la nostra protagonista viene messa a dura prova.

La Cassar Scalia ha creato un personaggio accattivante, tenace, stacanovista, una donna che ha visto morire il padre davanti ai suoi occhi e che ha sventato l’omicidio del suo uomo, una donna che si muove in una città non sua, Catania, nella quale si sta ambientando sempre meglio, circondata da persone che hanno imparato a volerle bene, ad apprezzare i suoi lati positivi e ad accettare le sue asperità.

Ogni nuovo libro che ha per protagonista la Guarrasi è un vero e proprio piacere, scorre velocemente perché si è impazienti di arrivare alla risoluzione del mistero che non delude mai.

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