
SABATO INCIPIT
Buongiorno #lettoridiinstagram e benvenuti all’appuntamento con gli incipit dei libri che leggo.
Oggi vi propongo le distrazioni di @fedepaolis edito da @harpercollinsit .
Sono le 13.15 di venerdì, la luce di novembre scivola insinuandosi tra le fronde di un filare di tigli, sfiora il viso di Viola, gli occhi puntati verso la strada.
Siede su una panchina dentro il parchetto, incastrato ai piedi del Villaggio Olimpico – un quartiere dormitorio di Roma, dove la vista vola rada, gli edifici sono sorretti dai pilotis, per facilitare lo sguardo all’orizzonte. Si trova accanto al Palazzetto dello sport, una semisfera lineare con sottili braccia ormai color grafite: una medusa di calcestruzzo. È l’attrazione della zona, il parchetto del CONI, segnalato come meta ambita per i bambini: il pavimento è gommoso, una staccionata alta un metro lo circonda. Verso le quattro si riempie come uno stadio, e i piccoli fanno la fila per tutto: le altalene, gli anelli, il percorso di legni, lo scivolo. Invece adesso è quasi vuoto.
Viola tira fuori il cellulare per l’ennesima volta, schiaccia invio e la litania è sempre la stessa: «Il numero da lei chiamato non è al momento raggiungibile…». Paolo è in ritardo di quasi quaranta minuti, le tremano impercettibilmente le mani. Sposta lo sguardo su Elia, un po’ per controllarlo, un po’ perché la sua vista alle volte le suscita una tale tenerezza da rimetterla in armonia con il mondo. Altre no. È un sentimento intermittente. Il suo bambino di quasi due anni, da quando è nato, è la sua unica ragione di vita.