
Sinossi ufficiale
Lisbona. Dopo la mostra in cui la pittrice Albertini ha ritratto l’intera famiglia del marito, la coppia è costretta a trasferirsi a Roma. Gli “sgorbi” hanno divertito solo Rita (la figlia nata deforme e che la madre Maria do Ceu ha fatto rattoppare chirurgicamente più volte). La Albertini d’altro canto se ne frega: detestava i silenziosi pranzi di famiglia della domenica. Quando entra in gioco un abile gallerista di Milano è il successo, soprattutto a partire da una serie di quadri su santa Teresa d’Ávila. Non solo: i critici notano che – basta guardarli con attenzione – quei quadri prendono vita. Pittrice ormai ricca e famosa, la Albertini potrebbe finalmente vivere una bella vita con il marito Vasco, abituato, a differenza di lei, ad avere un patrimonio alle spalle. E tuttavia il rapporto coniugale si complica, innescando una sorta di conflitto che è al contempo torbida sfida e luminoso riscatto. È forse l’amore solo una “rappresentazione”? In un continuo, drammatico andare e venire tra Roma e Lisbona, la Albertini si prepara a combattere, a crescere, a guardare al di là dello specchio in cui ha rischiato di vedersi prigioniera: lo specchio dei glaciali, interminabili e quasi invincibili silenzi. Romana Petri si muove con insinuante agilità fra l’ottusità dei rituali famigliari, il teatro morbido e morboso della bellezza di Lisbona e il gesto rivelatore e magico dell’arte. Passione, scandaglio di anime, saga famigliare, La rappresentazione è un romanzo che esplora i suoi confini, e li supera.
Recensione
Vasco, portoghese, è sposato con un’artista italiana che ha ritratto in modo impietoso la sua famiglia e ha causato una grande lite. D’altra parte la famiglia di Vasco è molto particolare, sono dei vasi incomunicanti, tra loro serpeggia una sottile ostilità, unita all’indifferenza, all’incomunicabilità ed ad una forte invidia.
La sorella gemella di Vasco, Joana fa la vittima soprattutto con il padre, l’altra sorella Rita ha subito numerose operazioni per ricostruire dei lineamenti che la natura aveva in un certo senso mescolato e ha avuto tutte le attenzioni della loro madre, una donna triste, dei molteplici sorrisi forzati. Il padre è un ex ministro della salute che soffre nel non vedersi riconoscere delle persone, elargisce denaro ai suoi figli facendolo sempre pesare, fa loro regali costosi e pretende che durante le feste siano aperti per ultimi. Vasco ha subito molto da questa famiglia, è cresciuto con tre donne che urlavano come erinni e con un padre assente e solo con il matrimonio con Luciana Albertini ha ritrovato un po’ di serenità e di leggerezza.
È un libro sulla riparazione: Vasco deve riparare se stesso dopo tante umiliazioni e dolori subiti, dopo essere stato trascurato tanto a lungo dalla madre che era troppo impegnata a seguire le operazioni di sua sorella Rita, dopo essere stato trascurato anche del padre che non era mai in casa, dopo essere stato trascurato da tutta la sua famiglia in seguito alla mostra organizzata a Lisbona da sua moglie. Ma ci può essere una riparazione tutti questi torti subiti? Si possono rimettere insieme i pezzi della vita andata in frantumi?
È un libro che ho letto con fatica, sarà per la prosa che scorre lenta o per la malinconia di fondo che permea il libro. Leggere del protagonista mi ha messo molta tristezza addosso, ho empatizzato parecchio con lui, con le sue difficoltà, con il suo disagio. Vasco mi hai ricordato molto gli inetti di Svevo o i personaggi pirandelliani del secolo scorso, che non riuscivano a trovare un loro posto nel mondo, che si sentivano sempre inadeguati qualunque cosa facessero.