Recensione. La zia marchesa

Lo

Sinossi ufficiale

Sicilia fine Ottocento. Costanza Safamita è l’unica figlia femmina di una ricca famiglia di proprietari terrieri, tanto amata e protetta dal padre, il barone Domenico, quanto rigettata dalla madre. Con la sua chioma di capelli rossi e il suo aspetto fisico quasi “di un’altra razza”, cresce fra le persone di servizio, fra l’orgoglio paterno del sangue e le prospettive alquanto ridotte della vita in provincia. Sarà lei, per volere del padre, a ereditare le sostanze e il prestigio della famiglia. Affronterà la mondanità palermitana e una vita coniugale in equilibrio tra l’amore per il marito e l’impossibilità di abbandonarglisi, saprà affrontare i capimafia e contenere lo sfascio della famiglia, in un mondo arcaico e barbarico, fotografato nel momento della fine.

Recensione

La capacità narrativa dell’autrice si dispiega in questo romanzo storico in tutta la sua grandezza per tratteggiare il ritratto di una donna di eccezionale umanità. Costanza è diversa dagli altri: pallida, magra, dai capelli rossi, cresce respinta dalla madre e adorata del padre, che decide di lasciarle molti dei suoi possedimenti a discapito dei figli maschi. Decisa a non sposarsi, si innamora del marchese Pietro patella di Sabbiamena e lo vuole a tutti costi, ma per molto tempo la vita le riserverà un matrimonio di apparenza, non consumato e basato solo sul bisogno di denaro del marito.

Costanza ha uno spirito forte e combattivo, è una donna che sa farsi valere, Che cerca di tenere testa gli uomini della famiglia, che tenta di stare lontana dall’amore, ma non riesce a resistergli.

L’amore è fondamentale nella vita della protagonista: prima quello materno che le è stato negato a lungo, tutto convogliato sul primogenito, poi quello del padre che ha sempre avuto per lei un occhio di riguardo e l’ha preferita ai fratelli per il suo carattere e il suo spirito pratico, infine quello del marito che le è sinceramente devoto ma non riesce ad amarla come lei vorrebbe.

Costanza viene raccontata attraverso le parole della sua balia, un personaggio secondario, di servizio che insieme a molti altri come lei contribuisce a creare grandioso affresco della nobiltà siciliana negli anni della seconda metà dell’ottocento, anni di cambiamenti di rivoluzioni, gli anni dell’unità, della tassa sul macinato, della decadenza degli ultimi bagliori di ricchezza di una classe che ormai è sul viale del tramonto ma resta tenacemente attaccata ai propri privilegi.

Come sempre l’autrice si è rivelata una grande narratrice, un’affabulatrice elegante e affascinante, dandoci un romanzo che resta nel cuore.

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