
Un libro importante, solo apparentemente fatto di storie disgiunte, che raccontano mirabilmente gli ultimi due anni dal punto di vista del fumettista di Rebibbia.
«Una sorpresa su cinque sarà una zaccagnata al fegato.»
Dalla condizione dei carcerati di Rebibbia durante la prima ondata della pandemia all’importanza della sanità territoriale, da una disamina approfondita sul fenomeno della cancel culture alla condizione degli ezidi in Iraq, questa raccolta di storie di Zerocalcare è tra le più “serie” della sua carriera, ed è impreziosita da una storia inedita di quasi cento pagine, sull’ultimo anno della sua vita, quando si stava occupando della sua prima serie animata, Strappare lungo i bordi (disponibile dal 17 novembre su Netflix in tutto il mondo). Un libro importante, solo apparentemente fatto di storie disgiunte, che raccontano mirabilmente gli ultimi due anni dal punto di vista del fumettista di Rebibbia.

Con la sua voce inconfondibile, Matteo Bussola racconta il nostro ostinato bisogno degli altri, malgrado la possibilità di ferirsi, di tradirsi, malgrado le accuse o i rimpianti. Il suo è un inno al potere salvifico delle storie, grazie alle quali ci sentiamo tutti meno soli.
«Vivere, in fondo, non è che una serie di storie che si chiudono e si aprono, un continuo stringere la presa e lasciar andare. Una catena infinita di incontri e di addii.»
Quante esistenze attraversano una stazione affollata. Dietro i volti delle persone in fila all’edicola o al bancone del bar si nasconde un groviglio di desideri e paure, di dolori e speranze. C’è una donna che non deve partire, eppure resta seduta lí, le borse della spesa ai piedi. C’è un padre che ha smarrito il figlio, e un uomo che sta per separarsi dalla donna della sua vita. C’è un marito che vede un enorme coniglio accanto a sua moglie ogni volta che la guarda, una ragazza che riceve messaggi inattesi, un ragazzo che ha preso una decisione irreversibile. C’è il mistero indecifrabile di ogni incontro capace di farci cambiare strada, e il terrore dell’abbandono sempre dietro l’angolo. Poi c’è uno scrittore con un buffo berretto giallo che si aggira fra i binari dopo aver perso il treno, ed è impaziente di salire sul prossimo. Perché sa che alla fine del viaggio troverà la sua famiglia ad aspettarlo. Perché «l’amore ha sempre, sempre a che fare con qualcuno in grado di riportarti a casa».

Appassionante e pieno di suspense, La lista del giudice è il primo thriller di John Grisham su un serial killer e segna il ritorno di Lacy Stoltz, già protagonista de L’informatore.
Lacy Stoltz si è trovata troppe volte di fronte a casi di corruzione nella magistratura nel corso della sua carriera di investigatrice presso un’apposita commissione in Florida. A quasi quarant’anni vorrebbe cambiare lavoro, ma proprio quando sembra essersi decisa viene contattata da una donna misteriosa e molto spaventata. Jeri Crosby si presenta sotto falso nome e sostiene di sapere chi ha assassinato suo padre vent’anni prima, un caso rimasto irrisolto. Ha assolutamente bisogno dell’aiuto di Lacy perché è convinta che l’autore dell’omicidio sia un giudice irreprensibile. Jeri non si è mai persa d’animo, si è messa sulle sue tracce, usando diverse identità, e ha segretamente condotto delle indagini minuziose, scoprendo via via altre vittime uccise nello stesso modo. I suoi sospetti sono più che fondati, ma mancano delle prove schiaccianti perché il giudice in questione è un uomo dall’intelligenza fuori dal comune e molto scaltro, conosce in anticipo le mosse della polizia e soprattutto conosce la legge. Questa volta Lacy non si trova di fronte a un caso di corruzione: l’uomo che si nasconde dietro la toga potrebbe essere un serial killer. Lacy deve scoprire la verità a tutti i costi senza rischiare di diventare l’ennesima vittima della sua lista.

Nel bel mezzo delle guerre napoleoniche, la maggior parte degli accademici crede che la magia sia ormai completamente scomparsa in Inghilterra. Tutto cambia quando il timido erudito signor Norrell rivela pubblicamente le sue abilità di mago, dando vita a un’ondata di entusiasmo che dilaga per tutto il paese e lo trasporta fino ai salotti dell’alta società di Londra, dove mette i suoi poteri al servizio dei politici e scende a patti con un gentiluomo proveniente da un regno fatato. Un altro mago emerge allora sulla scena: è il giovane e audace Jonathan Strange, che prima diventa il discepolo del signor Norrell e poi ne mette in discussione tutte le teorie, attirato com’è dalle forme più pericolose e oscure della magia. Nel corso degli anni, la battaglia fra i due maghi si fa più accesa di quella dell’Inghilterra contro Napoleone, finché le loro ossessioni e ambizioni segrete non metteranno a rischio la vita di molte persone e cambieranno per sempre la storia della magia inglese.

Tagliare la gola a un Hell’s Angel in un carcere come San Quentin equivale a una sentenza di morte, e Tim Kearney, un ex eroe di guerra congedato con disonore che si è dedicato al crimine con scarso successo, lo sa perfettamente: non appena uscirà dall’isolamento troveranno il modo di farlo fuori. Poi però la DEA gli fa una proposta: se accetterà di vestire i panni di Bobby Z, un leggendario trafficante di droga di cui si sono perse le tracce, in modo che l’agenzia possa scambiarlo con uno dei loro agenti caduto nelle mani dei narcotrafficanti messicani, poi sarà libero di andarsene e di rifarsi una vita. È come stringere un patto con il diavolo, ma Tim non può rifiutare, e così qualche tempo dopo si ritrova in mezzo del deserto, nel lussuoso fortino di un potente signore della droga. Dove, con sua sorpresa, incontra una vecchia fiamma di Bobby Z, Elizabeth, e suo figlio. All’inizio è come una vacanza, ma poi qualcosa va storto… e Tim si ritrova a fuggire con il bambino, inseguito da narcos, indiani, biker, e poliziotti, tutti decisi a fargli la pelle. Niente di nuovo… solo che adesso ha una ragione, o forse due, per vivere.

Curata dalla traduttrice italiana di Murakami Haruki, questa raccolta ci porta dritti al cuore di un Paese che non smetteremo mai di desiderare, né di leggere. Una selezione di grandi scrittrici e scrittori per scoprire i contrasti e i segreti che rendono il Giappone un luogo unico al mondo. Come in un gioco di specchi, il palazzo imperiale raccontato da Sei Shōnagon mille anni fa ci sembrerà in vita tutt’ora, mentre Nagai Kafū e la sua gita al giardino delle peonie brillano di una luce antichissima, anche se siamo all’inizio del Novecento. Angela Carter racconta la fine di un amore nella città ostile, Buzzati mette in scena un continuo sciamare di spiriti e fantasmi, Italo Calvino prova a decifrare l’enigma di un’anziana signora durante un viaggio in treno. E se la Tokyo di Yoshimoto Banana è imprevedibile come un incontro notturno in metropolitana, quella di Hayashi Fumiko accoglie le piccole vite che si snodano intorno a un quartiere di baracche e vento gelido. Lafcadio Hearn ci rivela la bellezza di Kyoto e dei suoi templi, ma subito dopo Cees Nooteboom ne smaschera l’inafferrabilità per noi che siamo di passaggio. E ancora, Marguerite Yourcenar intervista un attore di teatro kabuki che impersona una geisha, Léna Mauger indaga su chi sceglie di far perdere le proprie tracce, Ercole Patti e Alex Kerr sbirciano gli interni delle case tradizionali… Una galleria di scrittrici e scrittori di tutto il mondo che prestano il loro sguardo al Paese del Sol Levante e al suo racconto, confermando ancora una volta quello che molti di noi già sapevano: per chi ama la letteratura, il Giappone è il Paese della meraviglia.

Atsuko vive felice nella sua fattoria con i figli e il marito Mitsuo, che per seguirla ha lasciato il suo lavoro di redattore a Nagoya e ha fondato una rivista, “Azami”, in una cittadina poco distante. Il tradimento del marito con una ex compagna di scuola è ormai un ricordo lontano per Atsuko, la vita della coppia è tornata normale e tutti sembrano aver trovato un equilibrio in questa nuova esistenza a contatto con la natura. Atsuko si dedica con passione alla terra, e gli affari prosperano al punto che deve cercare qualcuno che la aiuti. Mitsuo la incoraggia a incontrare una certa signora Enju: quando ha telefonato per candidarsi al posto, la sua voce gli ha ispirato fiducia. Alla fattoria si presenta Fukiko, un’amica di Atsuko dei tempi del liceo: è lei la signora Enju, interessata all’impiego nella fattoria. Bella e affascinante come in passato, madre di famiglia in procinto di divorziare, Fukiko fa riaffiorare teneri ricordi e tormentose sensazioni, taciute ma mai dimenticate. I desideri di Atsuko si confondono come i bambù nel boschetto della proprietà di famiglia: gli uni e gli altri hanno bisogno di essere districati perché nuovi germogli possano spuntare. E lei, tenace e semplice eppure non priva di grazia – un po’ come i suoi fuki-no-to, i farfaracci giapponesi –, compirà una scelta sofferta ma ineludibile.

In un giorno di giugno del 1954, Emmett Watson torna a casa. Il direttore della prigione, un uomo dalle buone intenzioni, con una fotografia di Franklin Delano Roosevelt appesa dietro la scrivania, lo ha accompagnato in macchina. Un viaggio di tre ore, dal Kansas al Nebraska, da Salina a Morgen. Dopo piú di un anno trascorso a scontare una pena che pesa soprattutto sul suo cuore, Emmett non vede l’ora di impacchettare le sue cose e quelle di Billy, il fratello di otto anni, e filarsela in Texas con la Studebaker azzurra del ’48 che lo aspetta nel fienile. Sua madre è andata via da un pezzo, suo padre è morto, e quel che resta della fattoria, con i suoi infissi storti, i campi abbandonati, il tetto imbarcato, è ormai una faccenda degli strozzini della banca. Per rifarsi una vita non resta che il Texas, dove costruiscono e ristrutturano case a più non posso. Il problema, però, è che Billy ha appreso come andare alla ventura dalla sua bibbia personale, Il compendio degli eroi, degli avventurieri e degli altri intrepidi viaggiatori del professor Abacus Abernathe, e ha perciò concepito tutt’altra meta: prendere la Lincoln Highway, la prima strada a percorrere l’America da una parte all’altra, e procedere in direzione di San Francisco, per arrivare giusto il quattro di luglio, il giorno di un grande spettacolo di fuochi d’artificio in cui è misteriosamente certo di incontrare sua madre. Il problema è anche che il direttore della prigione non ha trasportato soltanto Emmett da Salina a Morgen. Nascosti nel bagagliaio dell’auto, come abili contorsionisti, altri due ragazzi ospiti del carcere minorile di Salina sono giunti a Morgen: Duchessa, che ha appreso tutto dalla strada e dal «capriccioso dito del fato», e Woolly, che ha sempre bisogno di qualcosa per tenere a bada il mondo. E la loro intenzione è salire a bordo della Studebaker azzurra di Emmett e prendere la direzione opposta, verso New York, dove andare alla ricerca di ben centocinquantamila dollari. Nel giugno del 1954, Emmett, Billy, Duchessa e Woolly, animati dalla «feroce necessità» della gioventú, vanno cosí all’assalto dei «fuochi cupi del tramonto» e del «cielo eterno e insensibile» del paesaggio americano, come recitano i magnifici versi di Willa Cather posti in esergo a questo libro, salutato, al suo apparire negli Stati Uniti, come una ulteriore versione del grande romanzo americano e dei suoi eterni temi: il viaggio e l’avventura, la colpa e la redenzione, il riscatto e la speranza.

Dopo aver scoperto di non poter contare sulle certezze del mondo magico e dopo essersi chiesti cosa fosse veramente autentico della loro magia, Simon, Baz, Penelope e Agatha devono decidere cosa fare delle loro vite. Per Simon, questo significa capire se vuole continuare a essere coinvolto nelle vicissitudini magiche dei suoi amici e, qualora scegliesse di non farne parte, quali sarebbero le conseguenze per sé e per la sua relazione con Baz. Nel frattempo Baz passa da una crisi famigliare all’altra, senza avere un momento per concentrarsi su se stesso. Penelope ha deciso di tornare a Londra con un Normale, ma quando sua madre lo viene a sapere la situazione si complica e lei dovrà affrontare tutto da sola. E Agatha Monamour? Be’, lei ne ha avuto abbastanza di tutti.

Cosa accomuna le azioni di Ivan il Terribile, Pietro il Grande e Paolo I? Perché, secondo gli autori della Cronaca degli anni passati, l’apostolo Andrea ha intrapreso un cammino di oltre duemila chilometri per raggiungere le rive del lago Ladoga? È ciò che cercheranno di scoprire l’ex maggiore Odincov, addetto alla sicurezza del museo al Castello Michajlovskij, nel centro di San Pietroburgo, e il giovane studioso di storia Muninn, che nel suo studio intitolato Urbi et Orbi sembra avere individuato una chiave che potrebbe schiudere questi antichi enigmi. Lungo il difficoltoso percorso alla ricerca della verità, tra alleati pronti ad aiutarli e avversari che li vogliono morti, incontreranno una femme fatale e un vecchio miliardario, un capo di un’organizzazione internazionale e un leader spirituale, adepti di ordini mistici e funzionari dei servizi segreti, fino a giungere al momento della rivelazione finale, che segnerà l’inizio di un nuovo corso per l’umanità.
Dopo L’ultimo inverno di Rasputin, Dmitrij Miropol’skij torna nelle librerie italiane con un avvincente giallo in pieno stile Codice da Vinci che in patria è stato un successo da centinaia di migliaia di copie procurando all’autore la nomea di “Dan Brown russo”: un congegno narrativo dagli ingranaggi perfetti, in cui si fondono poliziesco, affresco storico, thriller, avventura, esoterismo.
Di zerocalcare non ho ancora letto nulla 🙈 dovrò recuperare
"Mi piace"Piace a 1 persona
La lista del giudice di John Grisham, che é un autore che mi piace tantissimo, e di cui ho letto molti romanzi, mi ispira e finirá nella Mia lista dei libri da leggere.
Grazie per la segnalazione.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Che belle uscite!!!soprattutto da fazi
"Mi piace""Mi piace"
Anche a me è caduto l’occhio sulla nuova uscita di Zerocalcare. Sto seguendo proprio la serie di cui parla la descrizione. Da non perdere!
"Mi piace""Mi piace"