
Il romanzo inizia con quattro personaggi senza nome.
Di loro sappiamo che sono fratello, sorella, il suo migliore amico e un nuovo arrivato. Tutti dodicenni tranne la ragazza poco più grande e tutti ospiti, chissà da quanto tempo, di un orfanotrofio.
Un’età che rappresenta l’ultima chance per dar sfogo alla propria fanciullezza, un passaggio nel quale si vive con ansia il potentissimo e complicato cambiamento che attende appena dietro l’angolo e si guarda già con nostalgia alla semplicità del periodo che ci si appresta ad abbandonare per sempre.
In qualcuno c’è riluttanza nel voler abbandonare il mondo immaginifico e fantastico che per forza di cose da adolescente si trasformerà in qualcosa di meno naïve e più spigoloso.
Altri lo ripudiano già nel goffo tentativo di bruciare le tappe.
Per tutti è forse l’ultima possibilità di farlo all’interno di un gruppo. Da lì a poco, infatti, si cercherà il gruppo ma in modo diverso, da individui, con tutte le sovrastrutture che ci si trascina dietro.
L’avventura nella quale sono coinvolti è una vera e propria ricerca identitaria.
Prende il via con il rifiuto dei nomi propri che gli furono dati da chi poi, di fatto, se ne è liberato abbandonandoli, e noi, come loro e con loro, viviamo di pari passo questa loro ricerca di una nuova, definitiva, identità, a partire dai nomi che un po’ alla volta sceglieranno per definirsi.
Solo una volta trovate le loro nuove identità affronteranno la fuga dall’unico mondo che abbiano mai conosciuto, e affrontare quindi la seconda parte del romanzo, dove saranno costretti a scavare ancora più profondamente per scoprire la propria individualità.
Mi è piaciuta molto questa tappa
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Le tue parole hanno sicuramente attirato la mia attenzione!
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Grazie per questo tuo approfondimento davvero utile
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Interessante…credo che approfondiró.
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Bellissimo approfondimento, complimenti!
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