
“Ogni cosa che viviamo, anche la più dolorosa, ogni lezione che riceviamo ha il vantaggio innegabile di diventare ricordo”.
Sinossi ufficiale
«In questo libro troverai “prosa e poesia”. Sentirai la “musica”, cemento del cammino di molti di noi. Intuirai l’eco della distanza fisica che non diminuisce il senso di vicinanza. Ti interrogheranno domande che hanno risposte ed altre che restano sospese o che, semplicemente, affondano il loro senso nell’assenza di risposte. Ed infine un “inno alla battaglia” nella vita, che ti spingerà verso un senso di profonda gratitudine». F.C.
Recensione
Questo è il secondo libro che leggo dell’autore e devo ammettere che mi ha entusiasmato molto più dell’altro con la commistione fra prosa e poesia, la mescolanza di versi e narrazione che si incastrano perfettamente tra di loro.
L’espediente di far sì che il protagonista sia venuto in possesso di poesie di cui ignora l’autore è molto efficace e tiene l’attenzione del lettore desta per tutto il corso della lettura, fino ad arrivare ad una conclusione che non sarebbe stato facile aspettarsi fin dall’inizio.
Il silenzio che separò la fine del mio racconto e le parole del dottor Savetti fu un silenzio pieno, denso, che amplificò tutto il significato della domanda che mi fece dopo: “E del dolore mi resta il ricordo… Vero? Stiamo parlando dell’ultimo verso della poesia?”. Adesso capivo. Adesso che me lo diceva capivo. Adesso capivo il senso di quella narrazione. Quell’aneddoto, che apparentemente non c’entrava nulla, era ricordo, era dolore. Era l’ultimo sorso di quella poesia a forma di bottiglia. Un ultimo sorso trangugiato troppo in fretta, con il gusto annullato al palato per colpa del bruciore dell’alcol in gola. Un bruciore presente in ogni sconfitta, un bruciore che toglie il gusto e diventa ricordo.
I temi del ricordo, del dolore e del tempo che passa sono molto ricorrenti nelle pagine di Francesco Patrick Luzi, pagine che ci catturano con la loro limpidezza e la loro atmosfera a tratti inquietante. Forse quello che più ci turba è il fatto di sapere fin dall’inizio che il protagonista è malato, affetto da qualcosa di non meglio precisato che lentamente sta degenerando. Questo ci porta inevitabilmente a provare compassione per lui, a seguire le sue vicende come se fossero le ultime esperienze che può vivere su questa terra, ad emozionarci leggendo quei versi che non si sa da chi siano stati scritti.
Intanto passa
Udii un tempo il fruscio,
solo, perso, attonito;
orlo colmo che non si dà pace.
A volte lo rincorsi frenetico.
A volte lo guardai scorrere.
Passò inesorabile il tempo.
Inesorabile
come il suo suono, rimbalzante sul destino.
Come l’immenso perso dentro di noi.
Bellissima la descrizione iniziale delle sensazioni generate nel protagonista dall’ascolto di Don’t stop me now dei Queen, con l’anima che vibra insieme agli strumenti, in un’armonia perfetta ed inebriante.
Lettura perfetta per chi è alla ricerca di un testo diretto ed emozionante.
Ringrazio l’autore per aver fatto il mio nome nei ringraziamenti iniziali
L’autore
Francesco Patrik Luzi nasce a Milano nel 1973. Vive a Monza la sua adolescenza. A ventiquattro anni si trasferisce sul lago Maggiore dove lavora per un anno in un centro di ricerca. Rientrato a Monza lavora in ambito petrolifero ed in editoria. A trent’anni si trasferisce in provincia di Ancona dove ancora vive. Non smette mai di coltivare la sua passione per la musica e la scrittura. Francesco Patrik Luzi è un personaggio schivo che non cerca mai le cronache della ribalta e che si diverte a produrre in modo istintivo per sé. Attualmente conduce una vita comune, potresti incontrarlo per strada senza conoscerlo, come tanti altri. Pubblicazioni precedenti anno 2019: Alza il volume parla John! Le relazioni, il business, la vita
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Mi piace come ne hai parlato anche se non fa per me come lettura penso
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Un Libro che sicuramente suscita emozioni molto forti. Traspare tutto dalle tue parole. Bravissima
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Wow, è una lettura molto particolare!
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Si molto speciale
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