Segnalazioni Casa editrice Kimerik

La realtà quotidiana, contrariamente a quella dei film, non termina con la parola “fine” su uno schermo, e i suoi protagonisti, volenti o nolenti che siano, continuano a viverla fino alla fine dei loro giorni. Anche quella di Corrado Toti non si sottrae a questa regola. Corrado è un idealista di Sinistra, ex comunista, ma si trova di fronte alla difficile realtà della vita quotidiana e alle conseguenze del tempo che passa, al tramonto di ogni certezza, a un passato che non passa, a un dramma familiare sempre vivo. Scoppiasse pure la bomba atomica, arrivassero gli E.T., certe convinzioni sul corretto svolgimento della vita sociale, certi valori di Sinistra, fanno parte del suo DNA, il quale da una parte ha la difficoltà di mantenere fermi quei punti, dall’altra la necessità di continuare a cambiare. Giunto nel «mezzo del cammin di sua vita», Toti cerca di imboccare una nuova fortunatissima strada che gli servirà per descrivere la crisi politica ed esistenziale nella quale stava smarrendo la via diritta. Descriverà un po’ se stesso, e un po’ i turbamenti della sua generazione.

Nelle parole di Michelina la poesia ci ricorda come comprendendo la natura di ciò a cui ci affidiamo, le sue radici, possiamo tenere conto anche della loro intrinseca fragilità, com’è per ogni cosa 

“spesso le bufere irrompono, 
distruggono, dividono.” 

e quindi riconoscere l’importanza di averne sempre cura, con amore.

La ricerca dell’interiorità, in questo breve ma profondo saggio ricco di riflessioni, si snoda attraverso i passaggi più importanti della tradizione romantica: il rapporto con la natura, la spiritualità, Dio, la bellezza. Non è facile arrivare a un giusto distacco dal nostro mondo, sempre più soffocante e incentrato su una superficialità che nulla ha a che vedere con la leggerezza; i compagni ideali per un percorso di liberazione sono grandi filosofi e pensatori e lunghe passeggiate in montagna. L’estasi è la stella polare che può condurre sempre più “in alto”, laddove si trovano nuove vie di uscita. Una paura panica risulta il prezzo da pagare nell’attraversare sentieri tortuosi che conducano al vero sé.

Se vi venisse chiesto di raccontare qualche aneddoto e di parlare della vostra famiglia, su che cosa vi focalizzereste? Sui pregi e i difetti di ogni singolo componente? Oppure pensereste alla vostra famiglia come a un unico nucleo, inscindibile e, forse, perfetto nella sua imperfezione?
In Al primo posto, tutto ha inizio a Pantelleria, un giorno di luglio del 1990, quando Debora Tonia Ferreri, l’autrice, viene al mondo circondata da un amore grandissimo.
Con uno stile delicato ma intenso, questo libro è una raccolta di racconti autobiografici che, attraverso fotogrammi di vita, è capace di mettere in luce gioie e dolori dell’autrice. È un inno alla famiglia, all’amicizia e all’amore.

Alcune mattine è una serie di racconti, ciascuno dei quali è una tranche de vie.
Le storie sono, per la maggior parte, squarci di umanità dolente, in equilibrio precario, persone comuni che vivono una condizione di solitudine profonda o che non riescono a stabilire una connessione autentica con la persona amata o che vorrebbero amare.
A volte i personaggi si raccontano in brevi monologhi, simili a confidenze raccontate a un estraneo di passaggio, non a caso ritorna spesso l’ambientazione del bar, luogo-simbolo in cui l’apparente convivialità e l’isolamento coesistono.
Altre volte le storie sono più articolate, ma la caratteristica comune a tutte è che i personaggi sono degli antieroi, a prescindere dalle loro qualità positive o negative, ed è la loro perfettibilità a renderli credibili e autentici.

I peccatori del tramonto è un romanzo grottesco e allegorico.
Un tramonto, che non giunge a termine, sconvolge le anime di incalliti peccatori che, per sgravarsi la coscienza, sentono la necessità di raggiungere la vetta di un tenebroso monte in cui confessano drammaticamente le loro colpe.
Durante il loro cammino, cadrà una pioggia di sangue purificatoria dal cielo.
Raggiungono la vetta e scoprono un mondo di pace e d’amore.
Per rifarsi la coscienza si riparano in una grotta in cui vengono aggrediti dai serpenti. Lasciando emergere dal loro animo la generosità e la solidarietà, riescono però, sempre allegoricamente, a liberarsene.
Tornano poi alle loro case con la coscienza ripulita, ma con l’anima macchiata per sempre.

È questa una selezione di brevi racconti e testi poetici inframezzati da alcuni aforismi che abbracciano un periodo di circa quindici anni di vita e che sono stati concepiti in una oscura provincia marchigiana. Da un posto così, è frequente provare il bisogno di andare via per cambiare aria immaginando di cambiare vita, ma è altrettanto frequente il segreto desiderio di poter provare abbastanza nostalgia per saper ritornare.
L’autore ha concepito quest’opera pensando di essere in procinto di andare lontano, ma il ritardo dell’uscita (quasi due anni) ha forse già svelato un dubbio e una incertezza sul da farsi: la sintesi dei personaggi che sono dei “perdenti di successo” è anche la negazione dell’intento nel momento in cui starebbe per compiersi.

Sei storie di persone comuni, ciascuna di loro diversa per età, livello culturale, stile di vita.
Tutte però condividono qualcosa: una debolezza, un lato vulnerabile, che fa perdere loro di vista la prudenza e la capacità di discernimento.
A volte è la solitudine, altre volte un’eccessiva fiducia riposta nella persona sbagliata, altre ancora il desiderio di primeggiare o, perfino, di sconfiggere la malattia e la morte.
In ogni caso c’è sempre uno squalo all’erta, che si insinua proprio là dove la fragilità ha creato una breccia.
Sei racconti brevi, con uno stile diretto ed efficace, mostrano come sia possibile ritrovarsi invischiati nella rete di un predatore e rendersene conto quando la situazione è già degenerata.
In appendice, si analizza il fenomeno delle truffe, informatiche e non, dando dei consigli mirati su come evitarle e sugli strumenti legali di cui avvalersi per proteggersi.

Rispetto ai lavori precedenti di Cristina Massimelli, Le poe mie di Cri è una raccolta di poesie più introspettive, figlie di un profondo viaggio nell’anima, un percorso nel quale ci si può riconoscere e dal quale traspare sempre la volontà di non soccombere agli eventi avversi della vita, dando valore al presente, agli affetti e alla libertà di sognare.
Le poe mie diventeranno già, a una prima lettura, “poe vostre”!

In un’epoca in cui l’immagine è al centro di ogni tentativo di comunicazione, Diana Tamantini, attraverso pennellate di parole, crea atmosfere degne di un film di Tim Burton e attimi che sembrano illustrati da Benjamin Lacombe.
Echi di pensieri è una raccolta di quasi cinquanta poesie che catapultano il lettore nell’io più profondo dell’autrice, lo fanno navigare in balia delle onde nel mare dei sogni in una giornata di burrasca, lo rendono partecipe delle fragilità dell’uomo, dei timori che – soprattutto ultimamente – hanno provato tutti, delle paure della scrittrice.
Perché se è vero – come disse Moravia – che «lo scrittore narra gli altri, il poeta narra se stesso».

Gli Scritti sono componimenti per lo più brevi, veloci, come un flusso ininterrotto di pensieri. Ciascuno di essi sprigiona differenti sensazioni: sono presenti dinamiche sentimentali di gioia e serenità, tanto quanto diversi temi molto forti, quali il dolore, la solitudine, l’indifferenza.
«Le allegorie rappresentate – si legge nella Prefazione del giornalista Antonio Oliverio – suscitano ed evocano immagini sovente dal carattere mistico». Un alone di sacralità rivolto «soprattutto, ma di certo non solo, al lettore credente».
Queste tematiche, tuttavia, sono trattate con delicatezza e originali¬tà, senza sprofondare in un sentore di tetra oscurità, piuttosto sciogliendo ogni tensione negativa in un lessico accattivante, di sicuro impatto. Tutto ciò viene esaltato dal ritmo, fondamentale per ciascuno degli scritti. Ritmo che detta il tempo della raccolta stessa, facendo sfogliare una pagina dopo l’altra.
Questa raccolta è consigliata a chi desideri confrontare attimi di vita o scoprirne di nuovi. Alla base di questi Scritti sta infatti la curiosità: il soffermarsi sulle emozioni, e guardare il mondo come farebbe un cieco che apre per la prima volta gli occhi

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