
«Ma no!», smania Roberto, in tribuna. Corsa a vuoto di Anastasi verso la porta dell’Inter, ma il lancio di Sacco è fuori misura. Zigoni lo rimprovera, sbracciando; in campo c’è anche lui quest’oggi, ma sembra spento, privo di idee.
«Te ne devi andare, Herrera!» grida qualcuno. «Tornatene in Paraguay!» rincara la dose un esagitato, poco distante. Roberto sbuffa e si gratta la testa. È spento anche lui, c’è poco da dire: tutto l’anno passato a giocare il sabato con la seconda squadra, nella De Martino, insieme a Renato Caocci, il difensore nato a Olbia. Seduti in tribuna uno accanto all’altro, somigliano a due viaggiatori rassegnati, che aspettano da ore un treno in spaventoso ritardo. Roberto si spenzola in avanti e prende un penoso respiro. È buffo, ma la Juventus non gli è mai sembrata tanto lontana quanto adesso che sta qui a Torino, a guardarla giocare dagli spalti. Vede le sagome bianche là in fondo, sparpagliate sopra il prato color lattuga come margherite e gli sembra quasi di vederle in televisione. Con Mariella sono andati a vivere in un appartamentino in via Mantova e, tempo un paio di settimane, lei si è scoperta in dolce attesa. Francesco è arrivato ai primi di aprile, un bimbo bellissimo, con due occhi chiari come il cielo.