«Gianni Rivera? Ha fatto il militare insieme a Rivera?!»Ma la foto è già sparita, l’album rimpiazzato da un altro:«Ecco. Qui siamo a Cuneo», continua Roberto, spedito. «Lovede come si giocava all’epoca? Con queste camicie bianche che sembrava di dover andare in chiesa a fare la prima comunione, invece che in campo a giocare.» Una risata roca esibilante. «Qui invece siamo in ritiro a Ivrea. E questo signore è il decano Zambelli, quello dell’inno, ricorda? Qui siamo tutti quanti a cena in sede», prosegue, senza prendere fiato,mostrando una tavolata di giovani in giacca e cravatta nera.«Era la sera dell’assegnazione del premio Combi. Qui ci sono Rabitti e il presidente Catella.»«Mentre invece questa qui?», riesce a interromperlo Gianluca, porgendogli una foto scivolata fuori dall’album.Sopra c’è proprio lui, Roberto, a figura intera, in piedi davanti alla porta, con una gradinata semivuota sullo sfondo e la solita espressione da attore stampata in viso, mentre si volta a favore di obiettivo. Nell’angolo in basso a destra, qualcuno ha scritto a penna: Ti amo. Tanto per cambiare, Roberto non risponde. Toglie di mano la foto a Gianluca e quindi schizzaverso la libreria, per tirarne fuori un nuovo album.
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