
“Nei miei romanzi non c’è un messaggio che vorrei passasse, non è un ragionamento che a mente lucida e consapevole possa interessarmi. Il messaggio è qualcosa di pedagogico o peggio di didattico, risultato abbastanza inutile per uno scrittore e che non ritengo debba attenere a un artista, il quale riproduce un universo dove al massimo trasforma o inchioda ogni ferita a un nuovo firmamento. Nei miei romanzi, in special modo in “Vodka Siberiana”, c’è piuttosto la voce di una testimone, la testimone di un amore sovrumano che ci governa sopra le nostre vulnerabilità. Ed è soltanto attraverso questo amore sovrumano che ogni personaggio viene illuminato da una profondissima pietà. Attraverso questo sguardo segreto e misericordioso ogni personaggio consegna un brano della verità eterna che ci contiene
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