Recensione. Vuoto

Sinossi ufficiale

Una professoressa di Lettere di un istituto tecnico scompare nel nulla. E se non fosse per una collega, nessuno se ne preoccuperebbe. Il marito, un ricco industriale, sostiene che la donna se ne sia andata di propria volontà, e non esistono prove del contrario. Approfittando di un momento di tregua nel lavoro, gli uomini di Palma, cui si è aggiunto un elemento per coprire l’assenza forzata di Pisanelli, decidono di cominciare un’indagine in modo informale. Scopriranno che anche le vite piú piene possono nascondere un vuoto incolmabile. Un vuoto che ha innumerevoli colori: uno per ogni paura, uno per ogni orrore.

I BASTARDI DI PIZZOFALCONE

Luigi Palma, detto Gigi: vicequestore.
Vuoto di potere.

Giorgio Pisanelli, detto il Presidente: sostituto commissario.
Vuoto di forze.

Elsa Martini, detta la Rossa: vicecommissaria.
Vuota di passato.

Giuseppe Lojacono, detto il Cinese: ispettore.
Vuoto di futuro.

Francesco Romano, detto Hulk: assistente capo.
Vuoto di decisioni.

Ottavia Calabrese, detta Mammina: vicesovrintendente.
Vuota di certezze.

Alessandra Di Nardo, detta Alex: agente assistente.
Vuota di coraggio.

Marco Aragona, vorrebbe essere detto Serpico: agente scelto.
Vuoto a perdere.

Recensione

Nuovo caso per i Bastardi di Pizzofalcone allertati dalla scomparsa misteriosa di una professoressa, moglie di uno dei più noti uomini di affari della città, con traffici poco chiari e in procinto di scendere in politica. Mentre Pisanelli è in ospedale dopo essere svenuto sul pianerottolo di casa, arriva un sostituto che potrebbe alterare il delicato equilibrio che si è creato nella squadra, il vicecommissario Elsa Martini, una donna che ha metodi forse un po’ troppo spicci e bruschi.

Questa volta la storia sembra un po’ debole, si capisce dopo le prime pagine come si potrebbe risolvere il mistero, il corsivo che si alterna ai capitoli normali confonde più che chiarire, non c’è tensione, la solita suspense. Un piccolo guizzo nella storia tra Ottavia e il vicequestore Palma potrebbe movimentare il racconto, ma dura poco e non cambia la sostanza: trama debole e nessuno sviluppo particolarmente coinvolgente o eclatante.

Mi spiace molto perché è una serie alla quale mi sono affezionata, mi piace seguire le indagini che coinvolgono i personaggi, le loro storie personali, le indecisioni di Romano, le difficoltà di Lojacono come padre, il segreto di Alex, l’inchiesta sui suicidi di Pisanelli, le intuizioni di Aragona, la trappola in cui si trova Ottavia, i desideri di Palma, le ansie della Martini.

Purtroppo è stata persa un’occasione per rendere la serie ancora più avvincente ma sono sicura che l’autore si farà perdonare con il prossimo libro.

Estratti

Il problema del vuoto, sapete, è nelle cose che ci sono dentro. Si, perché il vuoto non è mai completamente vuoto, altrimenti non ci sarebbe niente da guardare da lontano, altrimenti sarebbe solo deserto e perciò tranquillo, altrimenti non ci sarebbe dolore, nel vuoto. E invece il dolore c’è, eccome se c’è. Il dolore del vuoto è il peggiore, perché quello del silenzio, dell’impossibilità di fare qualcosa per riparare, per rimettere a posto le cose. Di fare qualcosa per cancellarlo, quel finto silenzio che urla e scuote il corpo dall’interno, quel finto nulla che invece è pieno di fantasmi che volteggiano aerei e inafferrabili, Quell’eco di antiche risate e di dolci sorrisi che non tornerà più. Il vuoto, in quanto vuoto, è difficile da combattere. Si rimane la’, fermi nella notte, ad aspettare che venga l’ora di riempire di nuovo tutto di cose effimere. Almeno fino ad un’altra notte. Per combattere il vuoto blu.

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