5 cose che … 5 migliori libri letti nel 2020

Nella sua premessa all’edizione del 1969, Gioacchino Lanza Tomasi scriveva di zio: “Lampedusa non praticava l’invenzione pura, ma cercava negli scritti di cristallizzare la propria esperienza umana.” Per questo forse l’uomo che all’inizio di Casa Lampedusa vediamo passeggiare nelle vie di Palermo ricorda tanto da vicino il Principe conosciuto tra le pagine del Gattopardo: è incalzato due volte dal tempo, quello della malattia che gli toglie il fiato e quello di un mondo, di una società a cui non sente più di appartenere. Nel romanzo di Steven Price è una mattina di gennaio (siamo nel secondo dopoguerra, in una Palermo ancora segnata dalla devastazione) quando a Tomasi di Lampedusa viene diagnosticato un grave enfisema; mentre sta andando al Caffè Mazzara per incontrare il cugino, Lucio Piccolo, fa una sosta in chiesa e lì viene raggiunto dalle parole di Stendhal: l’eternità sono le parole che lasciamo, la cronaca del tempo che abbiamo vissuto. Da qui parte il racconto degli ultimi anni della vita di Tomasi di Lampedusa, anni di scrittura e di vani tentativi di pubblicazione, con Mondadori ed Einaudi che rifiutano il manoscritto. Come scrive sempre il nipote nella sua nota, “la tragedia è affatto umana, non letteraria”: il romanzo uscirà postumo, l’autore non potrà vederlo stampato ma ha consegnato al mondo uno dei capolavori del Novecento.

Ci sono estati che ti entrano sotto la pelle come ricordi eterni. Per il giovane Fielding Bliss quell’estate è il 1984, l’estate che cambierà per sempre la sua esistenza e quella di tutti gli abitanti di Breathed, Ohio. Qui, in una giornata dal caldo torrido, il diavolo arriva rispondendo all’invito pubblicato sul giornale locale da Autopsy Bliss, integerrimo avvocato convinto di saper distinguere il bene dal male, e padre di Fielding. Nessuno in paese si sarebbe mai aspettato che Satana avrebbe risposto. E tantomeno che si sarebbe palesato come un tredicenne dalla pelle nera e dalle iridi verdi come foglie, eppure quel ragazzo uscito dal nulla sostiene davvero di essere il diavolo. A incontrarlo per primo è Fielding, che lo porta con sé a casa. I suoi genitori subito pensano che il giovane, che sceglierà di farsi chiamare Sal, sia scappato dalla propria famiglia, eppure le ricerche non portano a nulla, e in lui sembra esserci veramente qualcosa di impenetrabile e misterioso. Qualcosa che gli abitanti di Breathed non capiscono e che li convincerà che il ragazzo dalle lunghe cicatrici sulle spalle sia realmente quello che dice di essere: il diavolo.

Il caso più importante della sua vita piomba addosso all’agente Francesco Caparzo in maniera inattesa. Inseguiva lo stalker di una donna che da un anno cercava di aiutare, quando d’improvviso si era ritrovato in un vecchio capannone industriale sperduto nel nulla. Lì dentro, lo spettacolo agghiacciante di uno zoo privato, undici carrozzoni da circo che imprigionavano esseri umani in condizioni pietose, una gabbia vuota pronta ad accogliere la sua protetta e lo psicopatico responsabile di ogni cosa lì davanti a lui, armato. Un colpo di pistola sembra risolvere tutto, il colpevole ucciso, le vittime salve, Caparzo in procinto di essere incoronato eroe nazionale. Ma le cose non sono come appaiono. Tra le vittime si nasconde un complice, forse addirittura la mente che ha organizzato tutto, che dall’ambulanza riesce a scappare, dileguandosi. La caccia all’uomo ha inizio, ma non esistono piste, niente tracce, la polizia insegue un fantasma. Caparzo capisce che la chiave dell’origine di tutto quel male sta proprio nel capannone e nelle sue vittime. Indaga i segreti di ciascuno, le colpe che vorrebbero nascondere, mette a nudo i lati più oscuri delle loro anime. E mentre lui scava qualcun altro li perseguita con oggetti, simboli che solo il loro carnefice conosce. Prima capitano incidenti che la polizia considera trascurabili. Poi i sopravvissuti iniziano a morire. È tempo per Caparzo di mettere insieme i pezzi per evitare che il fantasma che sta inseguendo termini il suo lavoro. Paola Barbato ci conduce al cuore del male assoluto e ci gioca, deformandolo e restituendoci una verità diversa, scomoda, difficile da accettare, ma completamente priva di pregiudizi. E ci tiene in pugno, fino all’ultimo sconvolgente colpo di scena.

Fabio ha dieci anni, è introverso ma con una spiccata fantasia. Le sue passioni sono i fossili, i libri e sognare cosa farà da grande.
Su un quaderno scrive il diario delle sue vacanze in colonia nell’estate del 1979 e ci racconta dei suoi giochi e delle sue noie, del suo entusiasmo e delle sue paure, dei suoi amici a volte veri e a volte immaginari.
Fa così le proprie scoperte, ora nel mondo reale, ora in un suo mondo inventato. Con la memoria confusa di chi è distratto dall’abitare più mondi
Giorno dopo giorno racconterà quello che è un crescendo di episodi misteriosi e ambigui tanto da diventare complicato, anche per Fabio, capire se quanto scrive sia davvero accaduto o sia frutto della sua fantasia. Perché spesso siamo portati a negare l’esistenza di ciò che ci spaventa.
“È uno scemo” dicono alcuni di lui. “È un genio” dicono altri.
Di una cosa Fabio è convinto: alcuni bambini ospiti della colonia sono scomparsi. Anche se tutti lo negano.

Sono le cinque meno dieci esatte. Il lago s’intravede all’orizzonte: è una lunga linea di grafite, nera e argento. L’uomo che pulisce sta per iniziare una giornata scandita dalla raccolta della spazzatura. Non prova ribrezzo per il suo lavoro, anzi: sa che è necessario. E sa che è proprio in ciò che le persone gettano via che si celano i più profondi segreti.
E lui sa interpretarli. E sa come usarli. Perché anche lui nasconde un segreto.
L’uomo che pulisce vive seguendo abitudini e ritmi ormai consolidati, con l’eccezione di rare ma memorabili serate speciali.
Quello che non sa è che entro poche ore la sua vita ordinata sarà stravolta dall’incontro con la ragazzina col ciuffo viola. Lui che ha scelto di essere invisibile, un’ombra appena percepita ai margini del mondo, si troverà coinvolto nella realtà inconfessabile della ragazzina. Il rischio non è solo quello che qualcuno scopra chi è o cosa fa realmente.
Il vero rischio è, ed è sempre stato, sin da quando era bambino, quello di contrariare l’uomo che si nasconde dietro la porta verde.
Ma c’è un’altra cosa che l’uomo che pulisce non può sapere: là fuori c’è già qualcuno che lo cerca. La cacciatrice di mosche si è data una missione: fermare la violenza, salvare il maggior numero possibile di donne. Niente può impedirglielo: né la sua pessima forma fisica, né l’oscura fama che la accompagna.
E quando il fondo del lago restituisce una traccia, la cacciatrice sa che è un messaggio che solo lei può capire. C’è soltanto una cosa che può, anzi, deve fare: stanare l’ombra invisibile che si trova al centro dell’abisso.

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