Recensione. Costanza e buoni propositi

Alessia Gazzola

Longanesi editore

Pagine 228

Prezzo 18,60

Sinossi ufficiale

Tutto avrebbe pensato, ma non di fare la paleopatologa dopo la laurea in medicina. Non di vivere a Verona, così distante da Messina, la sua casa. Non di avere una figlia piccola a carico, la buffa Flora. Non di rintracciare il padre della suddetta figlia dopo svariati anni, di scoprirlo affascinante come quando l’aveva conosciuto e di vederlo perfetto con Flora. Non di scoprire di provare ancora qualcosa per il suddetto padre. Non di poter vantare una discreta collezione di situazioni ed esperienze imbarazzanti.

La vita di Costanza Macallè può dirsi, insomma, abbastanza travagliata.

Ma la trentenne dai capelli rossi ribelli e con il cappotto troppo leggero per l’inverno del nord, può contare su pochi, ma buonissimi assi nella manica che la aiutano ad affrontare giorno dopo giorno le sfide della vita: i colleghi dell’Istituto di Paleopatologia, la sorella Antonietta, un’innata capacità di rialzarsi a ogni caduta, la consapevolezza di poter contare sulle proprie forze e l’ostinata determinazione di chi sa cavarsela anche con poco. La nuova vita che Costanza aveva appena iniziato a costruire potrebbe, però, essere sul punto di cambiare un’altra volta. Il lavoro di medico è ancora in cima alla sua lista dei desideri e Marco, il padre di Flora, è ancora in procinto di sposarsi. Costanza dovrà quindi confrontarsi con importanti decisioni da prendere, cuori poco inclini ad ascoltare il cervello e un sito archeologico milanese che porta alla luce un incredibile mistero dal passato medievale della città… Come al solito, per poter affrontare tutto, ci vuole Costanza.

Recensione

Ero molto curiosa di leggere questo secondo libro della serie di Costanza e devo dire che anche in questo caso sono stata soddisfatta della lettura.

La protagonista è una ragazza alla quale è impossibile non voler bene: è goffa, a volte impacciata, e’ tenerissima quando si occupa della figlia e sa benissimo che a volte commette degli errori, che poi la fanno esclamare: Montessori flagellami!

Anche in questo libro come nell’altro al centro della storia c’è la vita di Costanza che non fa un lavoro che sognava, vive in una città molto lontana dalla sua e deve imparare a condividere la gestione di sua figlia con il padre Marco, del quale chiaramente è innamorata. Inoltre alle vicende personali si intrecciano quelle professionali con un’indagine che porta Costanza e la sua squadra ad occuparsi di due corpi ritrovati in una cassa in una chiesa durante degli scavi archeologici a Milano, due donne appartenenti alla famiglia dei Visconti che forse sono state murate vive perché scoperte con i loro amanti.

Anche se lo schema narrativo si ripete (vita personale di Costanza e indagine con alcuni capitoli che ci riportano indietro nel passato all’epoca in cui sono vissute le due Visconti) in questo libro c’è qualche spunto di riflessione molto interessante, che ne fa qualcosa di più di una lettura leggera, piacevole e divertente.

Ma mi serve davvero un uomo che non amo, giusto per sentirmi parte di una coppia, per smetterla di percepirmi come quella che e`sempre sola? No, io credo di no.

Questa è una delle frasi che mi ha più colpito, perché spesso siamo convinti che per essere completi abbiamo bisogno di qualcun altro, ma solo se prima ci troviamo a nostro agio con noi stessi allora siamo pronti per aprirci a qualcun altro. E poi non è sempre detto che per essere realizzati e soddisfatti nella vita bisogna essere in coppia. Costanza in questo passaggio si sente attratta da Marco forse anche perché è un piacevole ricordo di un momento particolare della sua gioventù, o forse perché è il padre di Flora e sogna in futuro di ricostruire quella che dovrebbe essere una famiglia “normale” con i due genitori e una figlia. Ma poi si interroga sul fatto se veramente ha bisogno di Marco per sentirsi bene, per non trovarsi sempre in imbarazzo perché nella sua vita non c’è un uomo ed è da sola.

Oltre a Costanza il personaggio che mi è piaciuto più di tutti è la piccola Flora, una bambina molto vivace, intelligente, che riesce sempre ad attirare l’attenzione di tutti gli adulti che le stanno attorno, che riesce a conquistarsi facilmente il loro amore incondizionato. Flora è l’ago della bilancia del rapporto tra Costanza e Marco, nello stesso tempo è colei che potrebbe unirli ma è anche un elemento che potrebbe dividerli e potrebbe complicare molto le loro vite.

Ho adorato anche Antonietta o Tony, la sorella di Costanza che vede in quest’ultima un caso di studio straordinario e non perde mai occasione per lanciarle delle stoccate molto incisive. In fondo Tony è la sorella che tutti vorremmo avere, una sorella che fa sentire sempre la sua vicinanza alla protagonista , che le fa capire quando si sbaglia, magari a volte con poco tatto, ma la costringe a guardare in faccia la realtà, ad ammettere i suoi errori e ad uscire dai guai emotivi in cui Costanza è così brava a cacciarsi.

Il personaggio che più mi ha innervosito è Marco, questo ragazzo che si ripresenta per caso nella vita di Costanza, perché lei dopo tantissimi anni lo cerca per informarlo dell’esistenza di Flora . Marco è proprio il classico tipo che non è cresciuto, una specie di eterno Peter Pan, che non affronta le sue responsabilità, ha una fidanzata e nonostante questo continua a tradirla senza neanche farsi troppi scrupoli, poi decide di sposarla più per far piacere alla madre che perché è convinto del passo che sta per compiere. Purtroppo sono sempre i belli e dannati quelli che fanno innamorare le donne e anche in questo caso Costanza non è immune dal fascino della sua avventura di una notte.

Che altro dire? Aspettando di leggere il terzo libro di questa serie, ne recupererò qualcuno di quelli che hanno come protagonista Alice Allevi.

L’autrice

Alessia Gazzola (Messina, 1982) è laureata in Medicina e Chirurgia ed è specialista in Medicina Legale. Ha esordito nella narrativa con L’allievanel 2011, cui sono seguiti Un segreto non è per sempre (2012), Sindrome da cuore in sospeso(2012), Le ossa della principessa (2014), Una lunga estate crudele (2015), Non è la fine del mondo (2016), Un po’ di follia in primavera (2016), Arabesque (2017) e Il ladro gentiluomo(2018), vincitore del premio Bancarella 2019. Dai romanzi della serie L’allieva, tradotti in numerose lingue, è tratta la serie tv di successo in onda su RaiUno con Alessandra Mastronardi nei panni di Alice Allevi e Lino Guanciale nel ruolo di Claudio Conforti. Collabora con i supplementi culturali di La Stampa e del Corriere della sera. Vive a Verona con il marito e le due figlie. Con Questione di Costanza (2019) ha inaugurato la nuova serie di romanzi incentrati sul personaggio di Costanza Macallè. Nel 2020 in arrivo il sequel Costanza e buoni propositi.

Estratti

[…] sarà anche vero che qui non celebro la mia passione ma sto imparando come funziona questo lavoro, e a tutti piace sentire che si è impegnato in qualcosa di utile che è anche il proprio dovere. Quando lo si compie senza avere il volano della passione, sorprendentemente si prova ancora più soddisfazione.

Ho imparato nel tempo che anche quando una decisione sembra definitiva è meglio aspettare un po’ prima di comunicarla. Non si può mai sapere se la vita ti sta preparando uno scherzetto per farti cambiare nuovamente idea.

Penso di aver capito che sia il destino di tutti vedere quelle possibilità che a un certo momento della vita sembrano il limitate infilarsi in un setaccio che ne fa passare meno di un terzo. Quello è il momento esatto in cui si diventa adulti, credo.

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