Segnalazioni Casa editrice Kimerik

Può da un evento drammatico nascere qualcosa di buono? Alle volte sì, può succedere. Siamo stati costretti a un tempo sospeso per via del Coronavirus e abbiamo così compreso che la bellezza sta nelle cose semplici. Lo sa bene Ciro, la tartaruga con cui Giulio e sua moglie hanno trascorso la quarantena. Giulio lo osserva e ha modo di apprezzare uno stile di vita che impedisce a Ciro di lasciarsi turbare dagli eventi. Con il suo avanzare flemmatico, infatti, la piccola testuggine gli ricorda la necessità di affrettarsi lentamente. Io, Ciro e il virus è un invito a tornare bambini, a lasciarsi emozionare e a vivere con tranquillità.

Il pigiamino strappato non è stato ricucito, ma per fortuna non ne abbiamo dovuti strappare altri, anche perché ormai non ci sarebbe stato nulla da strappare; nessun intervento da effettuare, nessun intervento di tracheotomia da eseguire. Sergio è nella sua stanzetta colorata, resa più accogliente da noi e dagli infermieri con disegni e foto, in mezzo a tutti i suoi apparati da bimbo bionico o come dire “Io robot”. E’ cresciuto tanto dal pigiamino, sia come altezza sia come peso; interagisce anche di più.

Il grande potere dell’immaginazione e della fantasia aiuteranno Odette a costruire un mondo incontaminato, popolato da palloncini, contro quello reale, dominato dal suo disagio psichico. Inoltre, proprio a partire dalla sua spiccata capacità di immaginazione, la ragazzina riuscirà ad accettare di buon grado l’aiuto della clown-terapia, riconoscendone l’enorme potenziale nel processo di guarigione.

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