InstaBlog tour. Amore, karma e altri garbugli

Buongiorno lettori!

Oggi partecipo all’InstaBlog tour dell’ultimo romanzo di Fabiana Redivo targato Dri editore e organizzato dalla spumeggiante @libriinunmondorosa.

Nella mia tappa vi propongo alcune curiosità sull’autrice che mi sono state riferite dalla stessa.

“Ho visitato Boston nel 1993 e mi è rimasta nel cuore. Era tra settembre e ottobre, non ti dico i preparativi per Halloween… Ricordo il quartiere con i lampioni a gas, le palazzine di mattoni rossi, il parco e gli scoiattoli che ti si arrampicavano addosso per vedere se avevi noccioline o altro. Con la mia amica Manuela ero entrata in un negozio etnico. Lei ha comprato un vestito e io un piccolo porta candele in pietra incisa che ho ancora. Adoro i negozi etnici e gli incensi. Amo le essenze naturali. Questo spiega il motivo per cui ho inserto il particolare dei profumi. E amo la musica. Ho cantato in un coro per una decina d’anni assieme a mio marito. Lui canta ancora, io ho smesso. Nostro figlio ha fatto il liceo musicale e studia canto lirico al conservatorio. E volevi che il mio Sam non adorasse la musica?

Non ho solo cantato in coro, ma anche recitato. Mille anni fa. Avevo iniziato il corso al liceo quando avevo 15 anni e proseguito fino ai 24. Con me un amico figlio di un avvocato, che poi è diventato avvocato e un altro amico, sempre figlio di avvocato, che invece ha finito col fare l’attore. Quando la realtà supera la fantasia.
Non contenta, ho frequentato anche corsi di ballo in coppia con mio marito, corsi di danze medievali (l’ho costretto a danzare in calzamaglia il mio Egregio Signor Marito) e infine un corso di danza del ventre.

E sai la cosa più buffa? Da bambina volevo fare la concertista di pianoforte. Il ricordo più lontano di un sogno, è questo: sono bambina, seduta a un pianoforte a coda nero, indosso un vestitino azzurro e suono i valzer di Strauss. Guarda che lo sognavo quando andavo all’asilo. Non scherzo. Adoravo i valzer di Strauss, li ascoltavo da un vecchio giradischi che funzionava a 45 giri, a 33 giri (i famosi LP, cioè Long Playing) e a 78 giri (i dischi in bachelite, quelli da grammofono). All’asilo c’era un pianoforte a coda su cui la maestra Anita suonava le marcette per farci fare ginnastica.
Tutto avrei creduto possibile, eccetto diventare una scrittrice. Ho maturato questa decisione a 51 anni, quando ho deciso di licenziarmi da un posto statale: considera che il primo romanzo l’ho pubblicato a 40 con la Nord. Sì, c’è qualcosa di me in Sam, nel momento della ribellione. Non verso la famiglia, i miei genitori erano adorabili. È la ribellione verso quello che in generale la gente si aspetta che tu faccia: uniformarti ai canoni. Invece tu sai che hai qualcosa di unico dentro di te. Qualcosa di incontenibile. O schiatti, o lo lasci uscire spiazzando tutti. Morire per rinascere. Anzi, rinascere per non morire davvero. Le opportunità vanno afferrate al volo, anche in vista di una tempesta. Come Sam.


Il jazz club mi ha divertita parecchio. Volevo far esibire Sam in un posto diverso dal solito e girando in rete ho scoperto questa faccenda della mafia irlandese. Merita approfondire la cosa. Ah, dimenticavo, un Banshee Pub a Boston esiste davvero e anche il locale con lo strip maschile.


Tra le molte cose stravaganti che posso dirti di me, aggiungo di aver frequentato dei corsi di cristalloterapia, di massaggio olistico e linfodrenaggio. Per raccogliere le idee, lavoro all’uncinetto. Da poco sono passata dai centrini alle borsette. Adoro Puccini e la musica metal. I miei gruppi preferiti sono Nightwish ed Epica.”

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