Perché ho scritto questo romanzo
di Daniele Trovato

Tramite quale condizione esistenziale la narrativa, la fiction, la cinematografia e perfino il teatro ci hanno raccontato l’ultima, o forse la penultima generazione, visto che l’ultima deve ancora essere raccontata?
Lo hanno fatto, e non poteva essere altrimenti, tramite la condizione esistenziale del precariato.
Pensate adesso ai libri, ai film, alle fiction e alle opere teatrali, come questi giovani precari ci sono stati raccontati, attraverso quali stereotipi?
I giovani uomini sono spaesati, impacciati, frustrati, nevrotici, spesso svogliati e indecisi, con scarsa o scarsissima coscienza politica, inconsapevoli dei meccanismi profondi da cui discende la loro condizione, di buona indole e sempre passivi.
Le giovani donne sono preparate, secchione, sognanti, illuse, timide, saltuariamente isteriche, altrettanto inconsapevoli, di buona indole e sempre passive.
I miei precari, forse soltanto un’ipotesi, forse uno spicchio di realtà nonraccontata che alberga minoritaria in un’intera generazione e negli individui che la compongono, non sono così.
I miei precari sono disillusi, disincantati, scostanti, affilati come lame, perfettamente consapevoli del sistema che li opprime, vendicativi e pronti alla guerra.
Ho voluto raccontarli così in attesa di incontrarli.