Buona domenica!
Nonostante debba stare ferma qualche giorno con i post di Instagram, continuo comunque a pubblicare gli articoli sul blog e oggi torno con la ricorda sul libro di Bettina Lemke, Ikigai il metodo giapponese edito da Giunti editore.

Oggi vorrei parlare di gratitudine, un sentimento sconosciuto ai più e spesso trascurato.
Gli individui che fanno della gratitudine un atteggiamento consapevole e quotidiani, senza limitarsi a viverla come un qualcosa di effimero, sono in media più soddisfatti delle proprie vite, raramente casino vittima di stress, affrontano le giornate con spirito positivo e di conseguenza risultano meno vulnerabili alla depressione. […] sono fisicamente e psichicamente sane. […] quando proviamo gratitudine sentiamo di non essere soli e abbandonati a noi stessi, perché non è un strumento autoreferenziale, ma sottintende per definizione un’apertura al mondo e agli altri: il gesto di ringraziare è sempre riferito a qualcosa, rivolto a qualcuno, per questo risulta così appagante. Chi esprime gratitudine si apre alla vita e al senso della propria esistenza, e così facendo crea i presupposti di una gioia autentica e duratura.
Mai come in questo tragico momento che stiamo vivendo dobbiamo comunque essere grati di ciò che abbiamo: delle persone che ci circondano e con le quali stiamo riscoprendo dei legami, della casa che ci protegge anche se spesso in queste settimane ci sembra una prigione, della dire che ora più che mai e il bene più prezioso, del tempo che stiamo riscoprendo e che diciamo imparare a gestire. Ci sono tanti motivi per essere grati e dobbiamo imparare a ringraziare ogni giorno per quello che ci viene dato. La speranza che l’incubo finisca prima o poi si realizzerà e allora ringrazieremo anche per quello.