Recensione. Le streghe di Dominique

Marisa Saccon

Bre’ edizioni

Pagine 230

Prezzo 12,50 €, eBook formato Kindle 3,99 €

““A volte si desidera vedere le cose che vogliamo vedere. Forse perché guardare in faccia la realtà, per qualcuno, è troppo difficile.”

“Ma tutti sogniamo, me lo dici sempre anche tu”, protestò.

Io sogno di diventare bella.

“Certo tesoro. I sogni servono per vivere. E forse si vive anche per sognare. Ma devi imparare che ogni volta che un sogno si frantuma, devi trovare la forza.”

“La forza?”

“Sì, la forza di accettare che il tuo sogno era solo una bugia e di sopportarlo. Oppure la forza di cambiare le cose e di fare altri sogni.”

Allora sognerò di essere solo intelligente.

Se cercate un libro che parli di forza d’animo e riscatto, di rivalità e amicizia, di sofferenza e tenacia, il libro della Saccon fa al caso vostro.

Trama

Rue Dominique, un quartiere della Marsiglia anni ’60 e il fermento vitale di nuove generazioni che crescono e si affacciano al mondo. Un mondo racchiuso in una strada, un campetto da calcio improvvisato, un gruppetto di ragazzi e ragazze che cominciano a sperimentare l’ebbrezza nuova, l’intensità conflittuale, il sapore forte di passioni e sentimenti. Rue Dominique è improvvisamente scossa da un evento imprevisto: l’arrivo di Estebanah, la ragazza venuta da lontano, capace di ammaliare come le fate e sedurre come le streghe. Estebanah, il contraltare e l’antagonista involontaria della bellissima “strega” Rachele, la regina indiscussa del quartiere. Rue Dominque non sarà più la stessa strada, così come non sarà più lo stesso nessuno dei personaggi, chiamati a uno a uno al difficile e drammatico cammino verso la maturità, l’identità, un posto nel mondo.

Recensione

L’autrice ci porta in un mondo chiuso e autoreferenziale: una via periferica di Marsiglia, da sempre città cosmopolita, città di mare, crocevia di popoli e culture diverse. È qui che in un condominio di un giallo imbarazzante abita una serie di personaggi che hanno in comune una vita difficile e complicata: la portinaia Anne,  una donna estremamente pettegola e piena di rancore verso tutto e tutti, suo fratello Alan con la moglie Madeleine e il figlio Omar, oppresso dalla madre, la famiglia Di Gennaro con i due figli Gerard e Paul, forti ma malinconici, rivali nella ricerca dell’approvazione da parte dei genitori, Pierre figlio di una madre depressa e di un padre che ha dei traffici loschi, Babet e Jacques, due fratelli, la prima dei quali sogna ad occhi aperti. Infine c’è Rachele, su cui pesa una madre che ha tanti uomini e che usa il suo fascino per controllare gli altri.

Tutti i ragazzi di Rue Dominique, uno dopo l’altro, si innamorarono di Rachele Kapka. Che fosse una ragazzina fin troppo sveglia e scaltra nessuno se ne era accorto, troppo storditi dalla sua bellezza. Le sue movenze eleganti e armoniche, nascondevano una smoderata, sfrenata e ben nascosta avidità. Era avida di tutto e voleva costantemente per sé l’attenzione degli altri. Dietro la sua svogliatezza, celava una mente agile, lucida e calcolatrice. Le piaceva fingersi un po’ svampita e annoiata, questo faceva abbassare la guardia a chiunque avesse a che fare con lei e le permetteva quindi di prendere il controllo sugli altri e di sfuggire, soprattutto, il controllo di sua madre.

[…] Anche lei, un giorno, avrebbe fatto come sua madre. Questa consapevolezza la faceva sentire forte. Sapeva di essere contesa dai ragazzi del Condominio. Le piaceva poterli manovrare tutti come tanti burattini. Tutti ai suoi ordini. Comandi signora. Disponga signora. Ordini signora.

Nella sua mente, metteva in fila ordinatamente i suoi burattini, con intima soddisfazione.

Il loro equilibro viene sconvolto dall’arrivo di Estebanah, una ragazzina orfana dal passato difficile e niente sarà più come prima.

Estebanah non piangeva mai.

Le lacrime non si consegnano a nessuno.

Aveva nello sguardo qualcosa di misterioso e inquietante al tempo stesso. Si muoveva sicura e armonica, aveva gli occhi verdi come quelli dei gatti e la figura snella e ben sviluppata di sua madre. Ma di lei non aveva l’aspetto dolce e dimesso. Aveva la bellezza selvaggia di una zingara. Quando passava, la gente si voltava a guardarla colpita dalla forza che emanava la sua bellezza. I ragazzi le ronzavano intorno cauti.

La infastidivano le attenzioni della gente.

È un lusso fidarsi della gente. Tutti vogliono esserti amici, perché? Quanto costa la fedeltà? Quanti punti servono per cucire la ferita provocata dal morso di un cane? Chi lo paga questo dolore? Si può pagare a rate? E se non hai sufficiente denaro, quanto sangue dovrai ipotecare?

Diffidava di chiunque. Fiutava il pericolo come gli animali e la gente diceva che sembrava una volpe selvatica, di quelle che non ti riesce di prendere mai. Lei sembrava bastarsi.

In particolare Rachele la vede come una rivale e fa di tutto per screditarla agli occhi degli amici e degli abitanti del quartiere, diffondendo pettegolezzi inventati e che poi vengono ingigantiti dal passaparola.

Come il vento, come la pioggia, come gli escrementi degli uccelli, come la neve e la grandine e il sole, piano piano avrebbe sgretolato la roccia, avrebbe sgretolato la fata-strega. E dove quella roccia aveva già iniziato a fessurarsi, là era già in agguato la rottura. Rachele non aveva fretta, sapeva come fare, sapeva anche essere paziente.

 Rachele e Estebanah sono i due fulcri attorno a cui ruotano i ragazzi di via Dominique e sono l’una l’opposto dell’altra: la prima è calcolatrice, cerca di circuire gli uomini in ogni modo, di insinuarsi nei loro pensieri come un virus e di controllarli, l’altra è triste e malinconica, a Marsiglia si sente fuori posto, non ha radici, ne’ legami, si sente sola al mondo. La prima sembra più forte, spavalda, furba, ma teme l’altra perché ha paura che le possa togliere la sua supremazia sulla compagnia del quartiere.

È un mondo feroce quello tratteggiato da Marisa Saccon, dove i bambini devono crescere in fretta e all’ombra di famiglie segnate dal dolore e dalle difficoltà. Sono ragazzini spesso lasciati soli, abbandonati a se stessi, senza le necessarie attenzioni, oppure oppressi da madri ansiose e iperprotettive. Ed è così che qualcuno partirà per Parigi per lasciarsi alle spalle una vita difficile e per trovare nuove opportunità, qualcun altro si farà trascinare in affari loschi, qualcuno infine troverà il coraggio di scappare da un destino che altri hanno tracciato per lui.

Perché sai, Omar, a volte si scappa perché non abbiamo altro modo per ritrovarci. Non si dovrebbe mai scappare da se stessi. Quando uno se ne va, deve farlo perché ha una meta da raggiungere, un posto dove andare. Deve farlo per cercarsi. Forse in altri posti e in un modo diverso puoi imparare quello che ti serve sapere. Ma questo deve servire per ritrovarsi. Andarsene ha un senso se lo fai per ritrovarti. Non per perderti. Tu ti perderai, Omar?

L’autrice

Marisa Saccon, sposata, con due figlie, vive nella pianura Padana ai piedi dei colli Euganei. Scrittrice ed editor, collabora da venticinque anni con riviste di narrativa nazionale e ha all’attivo, finora, più di centocinquanta pubblicazioni di racconti, romanzi e testimonianze di vita vera.

Nel 2013 ha collaborato con il settimanale DiTutto curando la rubrica IN CONFIDENZA. Nello stesso anno ha collaborato con la rivista mensile Sweet Passion con una rubrica da lei ideata e curata: Buster Saving. L’acchiapparisparmio.

Oltre a “Le Streghe di Dominique, ha pubblicato in ebook due romanzi brevi: “Il giorno in cui Facebook arrivò nel condominio Ariosto” e “A cuore aperto”. Per anni è stata moderatrice di mailing list per genitori portando avanti iniziative sociali a favore dei bambini.

Da due anni si sta dedicando ai suoi due progetti: il primo con il marchio BSE, Bluewriting Servizi Editoriali che vuole essere un punto di riferimento per gli scrittori, e l’altro con il marchio Tuttoinfoprodotti.

 

 

 

 

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