Alicia Gimenez-Bartlett
Sellerio
Pagine 305
Prezzo 16,00 €
«L’uomo possiede l’intelligenza, ma non ha modo di applicarla. Non può cambiare nulla, per questo la sola cosa che può fare è morire».
I GDL di cui faccio parte mi fanno scoprire ogni volta dei libri molto interessanti, come questo della Giménez-Bartlett di cui conoscevo solo alcuni testi della serie di Petra Delicado.
Trama
In una splendida villa immersa nella natura, il Dr Berset e il Dr Eugenius con l’aiuto dell’infermiera psicoioga Matea accolgono gli ospiti della struttura per il loro ultimo soggiorno su questa terra: Pamela e Clarissa, il finanziere Finn, la vedova Tevener, il signor Ottosillabo macchinista in pensione e il poeta Leonard, a cui poi si aggiunge il mendicante Paracelso Pasteur Fleming. Ognuno di loro ha scelto di uscire di scena in questa villa paradisiaca, non prima di aver trascorso del tempo insieme mangiando splendidi cibi preparati da Matea, accompagnati da buon vino, passeggiate, musica e chiacchiere.
Recensione
Questo libro si discosta moltissimo dai soliti testi dell’autrice spagnola, è una storia dolce-amara sulla vita, anzi sulla fine della vita, perché probabilmente scegliere come morire è l’unica libertà che resta all’uomo.
Si arriva ad un certo punto in cui non si riesce più ad andare avanti, i motivi per voler morire possono essere tanti, diversi per ognuno di noi. Ma in questo libro non si parla solo di un attimo di scoramento di cui sicuramente ogni uomo è protagonista almeno una volta nella sua vita, quell’attimo che ci fa dire a voce alta: quanto vorrei morire! No, qui si parla di una decisione meditata, di un servizio per cui gli ospiti della villa pagano profumatamente, cioè per avere il privilegio di scegliere come e quando morire.
[…] allora non si uccida e rimanga come spettatrice».
«Impossibile, quando si è spettatori, o ci si appassiona allo spettacolo, o ci si annoia».
«Si può anche osservare con distacco critico quello che si vede».
«Sì, perché si spera che dopo si potrà vedere qualcosa di meglio. Solo che il mio spettacolo è sempre la stessa barba. Perché cerca di dissuadermi, Léonard?».
C’è chi si uccide perché ha finito la pazienza, chi lo fa perché semplicemente perché vuole mettere un punto, una fine alla sua esistenza e chi vuole morire “in modo originale, personalizzato, confortevole e poco traumatico”.
Ad orchestrare le danze sono due dottori molto particolari: colui che si occupa della parte più strettamente medica della dipartita degli ospiti è il dottor Berset, mentre il dottor Eugenius gestisce le attività e l’aspetto psicologico del servizio.
Ma con il dottor Eugenius, sempre così attento a ogni dettaglio, sempre pronto al ripensamento, anche quando ormai la decisione era presa; e con il dottor Berset, sempre così inflessibile su quegli stessi dettagli, sempre così ostinato nella ricerca della praticità a tutti i costi, fino al limite dell’impraticabilità, è inutile discutere.
I due in un certo senso si compensano a vicenda, supportati dall’efficientissima ma un po’ burbera infermiera Matea, che si occupa anche di preparare pranzi e cene molto ricercati.
È un libro che mi ha lasciato con un po’ di amaro in bocca, la narrazione a tratti scorre abbastanza lenta, a tratti si ravviva e si nota un certo umorismo negli atteggiamenti dei pazienti, ma non sono completamente soddisfatta della lettura, forse perché mi aspettavo un libro all’altezza dei gialli dell’autrice precedentemente letti.
L’autrice
Alicia Giménez-Bartlett (Almansa, 1951) è la creatrice dei polizieschi con Petra Delicado. I romanzi della serie sono stati tutti pubblicati nella collana «La memoria» e poi riuniti nella collana «Galleria». Ha anche scritto numerose opere di narrativa non di genere, tra cui: Una stanza tutta per gli altri (2003, 2009, Premio Ostia Mare Roma 2004), Vita sentimentale di un camionista (2004, 2010), Segreta Penelope (2006), Giorni d’amore e inganno (2008, 2011), Dove nessuno di troverà (2011) e Exit (2012). Nel 2006 ha vinto il Premio Piemonte Grinzane Noir e il Premio La Baccante nato nell’ambito del Women’s Fiction Festival di Matera. Nel 2008 il Raymond Chandler Award del Courmayeur Noir in Festival.