Paola Zeta
Bookabook editore
Prezzo 12,00, eBook 6,99
Ringrazio l’autrice per avermi dato la possibilità di leggere il suo libro.
Trama
Demetra è una ragazza inquieta, sempre in movimento, passa da una città all’altra quando si sente messa alle strette e da una storia all’altra senza troppi problemi.
Ancora ha bisogno di annientarsi, per provare qualcosa di più consistente del vuoto che le inghiotte il cuore.
Nella sua vita ha avuto una madre anaffettiva e solo due punti fermi, i suoi amici Matteo ed Anna, sempre pronti ad ascoltarla e ad assecondarla, ad accettare le sue improvvise partenze e a non giudicarla mai.
Tra le tante storie avute quella con Damiano le ha lasciato più segni, non solo metaforicamente, perché era un tipo collerico e molto manesco.
Poi un giorno nella sua vita arriva Alessandro e forse qualcosa cambierà.
Spocchioso. Prevedibile. Impertinente. Lui e i suoi flussi ipocriti. Ma non riesce a dargli del coglione. No, Alessandro è proprio uno stronzo, ecco. Un ragazzone che si crede molto affascinante e saggio. Non pensa di mandare giù tanto presto l’insistenza con la quale l’ha guardata, stasera. Anzi, domani glielo renderà noto con la sua sontuosa indifferenza, pensa mentre si butta all’indietro sui cuscini.
Recensione
Demetra rappresenta una donna che non ci aspetta, perché rispecchia di più il classico stereotipo dell’uomo farfallone e sciupafemmine, che colleziona tacche sulla spalliera del letto e macina donne come fossero noccioline.
Il suo cuore e’ arido, prosciugato da due anni di giostra con Damiano, al quale ha permesso troppo e così la sua vita è diventata piena di uomini mordi e fuggi.
Di scopate take away se ne è fatte per tre vite, e le riconosce subito. Sono il corrispettivo fisico delle non storie, senza principio e senza termine; in un certo senso, costituiscono le pubblicità di un film proiettato da un bel po’. Il che le è sempre stato più che bene. Spot. Certe scopate sono spot, e lei ha partecipato a spot di ogni tipo e per ogni motivo. Per sentirsi più bella, per passare una serata, per illudersi su una conquista, per smaltire una sbornia, per mimare orgasmi, per provare a provarne. Sempre le stesse frasi, quasi sempre gli stessi locali, certe volte persino gli stessi vestiti, ed una abilità personalizzata nel portarsi a casa l’articolo scelto. Premiata dall’applauso scrosciante di due inguini sbattuti a tempo. Facile e sicuro come fare la spesa con la lista in mano.
Alessandro la capisce e la spiazza, cerca di farla riflettere, comprende che lei è una che cerca di costruirsi un muro dietro cui nascondersi, ma non è felice, non sta bene ne’ con se stessa ne’ con gli altri, deve sempre dimostrare a tutti che può farcela da sola, che non ha bisogno di nulla, ma questa è solo una pura e semplice finzione.
Anche Anna tenta di spronare Demetra a cambiare.
“Con le persone si perde sempre. Vuoi per un eccesso di zelo, vuoi per una dimenticanza, succede. Non siamo imperfetti in un mondo di perfetti, mi pare ovvio. Ma tutte queste esperienza a cui fai riferimento… tutto quello che hai imparato o pensi di sapere… se lo lasci nel cassetto delle fregature senza, diciamo, metterlo in pratica…Dem, non ti sarà servito a niente stare male, sbagliare e perdere. E’ un graffio, un segno, come quello che ti è rimasto sul ginocchio. E’ successo, pace. Tutto quello che hai dato a qualcuno e di cui ti sei pentita potrebbe germogliare furiosamente in mano a qualcun altro. E’ così elementare eppure di così difficile applicazione, specie per te che ci metti eoni prima di avvicinarti ad un essere umano.”
Ognuno di noi porta delle cicatrici, dei segni che la vita ha lasciato sulla nostra pelle, sono l’impronta delle esperienze fatte, degli amori perduti, delle persone che se ne sono andate, delle delusioni ricevute, delle amarezze provate. Sono queste cicatrici che ci caratterizzano e ci distinguono dagli altri, che ci hanno reso ciò che siamo, non dobbiamo negarle ma nemmeno crogiolarci nel dolore e nell’autocommiserazione, ma far tesoro di ciò che è stato per guardare avanti e continuare a camminare.
La storia di Demetra mi ha colpito molto, è un racconto intenso e sofferto di una vita come tante, con le sue sconfitte e le sue perdite, di una persona che però non si lascia scivolare addosso la tristezza ma se ne fa un vanto, vi cerca un alibi per condurre un’esistenza di puro istinto, da Roma all’Irlanda con la valigia sempre pronta. Una persona che rischia di distruggersi se non cambia ritta.
L’autrice ha saputo rendere con molta maestria gli stati d’animo della protagonista e di Alessandro, anche lui messo a dura prova della vita, ma mai arresosi davanti ad essa.
L’autrice
Romana dal sangue misto (mezza Milano e mezza Livorno si contendono le piastrine, unite solo quando gorgheggia il Vernacoliere delle grandi occasioni), bionda come glassatura, ma camionista nel ripieno, scrive fin da quando ha imparato a tenere la penna in mano.
Alle elementari le maestre premiavano le sue poesie simili ad haiku, ed ha accarezzato per parecchio tempo l’idea di diventare poetessa, fin quando la madre le ha lavato la testa con un poderoso bagno di realtà “Bello, a mamma, ma er pane come pensi di portarlo a tavola?”.
Si è dunque dedicata ad attività più prosaiche, mai interrompendo la produzione personale che ha raggiunto il prossimo con l’avvento dei Blog e dei Social Network.
Il suo blog personale è online dal 2004, e porta il rassicurante nome de “Il Cuore In Pasto“, il quale tradisce grande passione per il quinto quarto e la cucina romana tutta.
Perché ho scritto questo libro?
Mi piace pensare che i sogni nel cassetto abbiano un tempo di decantazione durante il quale maturano e fermentano, fino a non riuscire a starci più.
Il mio è sempre stato scrivere, e dentro il primo lavoro a cui ho dato un capo e una coda ci ho messo tutte le cose che piacciono a me: pub, birra, Irlanda, Roma, amici, cibo. E un paio di nodi sciolti strada facendo, che mi auguro di qualche utilità per chi, un po’ in guerra col mondo, alla fine, c’è sempre stato.