Il male non ha eroi. Incubi ricorrenti

Antonj Donega’ – Jacopo M. Pagliari

Independently published

Pagine 405

Prezzo 17,58 €, eBook gratis kindleunlimited

Secondo libro di questi due autori che ho scoperto da poco e prequel di Il male non ha eroi.

Se il primo vi ha conquistato, il secondo vi rapira’ letteralmente. Il ritmo è ancora più veloce, la trama è ancora più avvincente, i personaggi ancora più straordinari.

Ma andiamo per ordine.

In questo testo ritroviamo alcuni dei personaggi già conosciuti nel precedente, come Sarah Malach e il suo golem Joseph, il Divinatore e Wendell, l’ombra Samael e a questo si aggiungono personaggi come Lewis Carroll, Goethe, Mary Shelley, Jules Verne, Dumas, Conan Doyle, Lovecraft, Oscar Wilde e la storia si sposta velocemente avanti e indietro nel tempo e nello spazio: si va sulle montagne della Boemia nel 1604, poi a Cologny sul lago di Ginevra nel 1816, al 1821 a Weimar, passando per Londra nel 1847, Richmond nel 1849, New Orleans nel 1859, Praga nel 1861 e così via.

Su tutti aleggia il male e circolano strani manufatti, come il libro Gāyat–al–hakīm e il Sigillo di Salomone.

Con grande orrore davanti a sé stava prendendo forma una figura orribile, avvolta in un mantello maleodorante, con lunghi, radi e sporchi capelli bianchi cresciuti solo sui lati della testa. Un sorriso orribile, sdentato e aguzzo si disegnò sul suo volto grottesco. Una mano più simile ad una zampa artigliata lo salutò con una movenza pomposa e formale.

[…] il corpo era del tutto privo di pelle, ciò che vi si nascondeva sotto riluceva sanguigno e umido, umettando di scarlatto la stoffa della camicia e dei pantaloni. I muscoli, le ossa, tutto era ricoperto di strane bruciature e aghi profondi di un materiale a me ignoto, tenuto tutto insieme come lo spillone del collezionista faceva con le farfalle in una teca. […] Il cranio, del tutto scorticato, era ricoperto da macchie di capelli cuciti su delle pezze di stoffa, bene ordinate in morbide ciocche bionde incrostate di sangue. Gli occhi umidi della creatura continuavano a guardarmi intensamente, senza distogliere da me l’attenzione. Sussurrò alcune parole, alzando il palmo della mano sinistra. Solo in quel momento notai che quelle bruciature ricoperte di sangue avevano in realtà un grottesco significato: erano simboli, disegni concentrici di rituali partoriti dalla mente più ottenebrata e pazza che uomo avesse mai visto. Rilucevano attorno a quel mare di sangue, iridescenti come opali incastonati nella carne.

Gli occhi rossi, le unghie lunghissime e le fauci colme di denti e bava orribile. La saliva gli scendeva a terra in filamenti appiccicosi e, quando toccava il suolo, evaporava in nubi di miasmi. La bestia guardò il suo carceriere, dopodiché diresse lo sguardo verso la vittima. Sgranò gli occhi bestiali osservando il suo pasto: nutrirsi di quell’immortale l’avrebbe reso più potente che mai. L’essere immondo respirava rumorosamente da quello che doveva essere un naso e l’odore che emetteva era nauseabondo.

Le immagini del romanzo sono potenti e vivide, gli scrittori che sono inseriti nella trama sono perfettamente integrati nell’intreccio vorticoso e travolgente, la prosa è un fiume in piena di parole, odori, suoni, sensazioni agghiaccianti che ci tengono incollati alle pagine e ai personaggi.

Su tutti spicca Sarah, una ragazzina ebrea che ha attraversato il tempo per custodire gli oggetti sacri del suo popolo e proteggerli dal male, vedendo svanire a poco a poco la vita dal suo corpo.

Che altro dire? Aspetto il terzo volume che uscirà l’anno prossimo.

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