Aimee Molloy
Giunti editore
Pagine 350
Prezzo 19,00 €, eBook 9,99 €
La prima volta che ho parlato di questo libro sulla mia pagina Instagram, anticipandone la sinossi ufficiale, qualcuno ha commentato scrivendo che “la trama era insulsa, non c’entra nulla con il titolo, i personaggi sembrano usciti dalla sagra della stupidità”.
Devo ammettere che spesso ciò che mi attira in un libro è proprio ciò che leggo nella seconda di copertina, ma devo anche dire che ho letto sinossi ben peggiori di quella del libro della Molloy! Inoltre, giunta alla fine del testo, posso affermare che non c’è niente di più lontano dal commento superficiale riportato sopra.
Al centro della storia ci sono le May Mothers, un gruppo di mamme newyorkesi che hanno avuto tutte dei bambini in maggio, si sono conosciute sul web e poi hanno iniziato ad incontrarsi in un parco di Brooklyn, a fare amicizia e a sostenersi a vicenda. Tra il gruppo spiccano Francie, madre di Will, una donna in realtà molto insicura ma sempre piena di entusiasmo, Colette, madre di Poppie, che fa la ghostwriter per il sindaco di New York, figlia di una femminista radicale, Nell mamma di Beatrice, impiegata in una grande azienda si sente frustrata perché deve tornare al lavoro al più presto, Token il papà di Autumn, che ha trovato nel gruppo un’ancora di salvezza, e infine Winnie, madre single di Midas. Il 4 luglio il gruppo organizza un’uscita in un locale, le neo-mamme si rilassano, alcuna alza un po’ troppo il gomito, finché arriva la notizia della scomparsa del piccolo Midas e nel frattempo non si sa neanche che fine abbia fatto Winnie.
Il racconto alterna una voce narrante in prima persona, che fino alla fine non è chiaro a chi appartiene, ed una in terza persona che segue le vicende di Francie, Colette, Nell che si improvvisano detective e cercano di ricordare cosa sia successo veramente la notte della scomparsa del neonato.
Pagina dopo pagina emergono particolari inquietanti sul passato di alcuni dei protagonisti, ma il finale riserva al lettore una soluzione veramente imprevedibile.
La Molloy ha dato vita ad un thriller intrigante e angosciante e nel contempo ha saputo mettere in luce le difficoltà che affrontano le neo mamme, alle prese con la maternità, che sarà pure una delle esperienze più meravigliose che si possano fare, ma è anche un banco di prova durissimo che nessuna donna supera indenne.
Dov’era quella sera? Cosa sa?
Dipende da cosa si intende per “dove”.
Fisicamente, forse prima lo sapevo, ma ora non me lo ricordo più. La serata si è dissolta, come se non fosse mai esistita. Come se non ci fosse mai stata.
Emotivamente, spiritualmente, lo so. Ero all’inferno. Smarrita. Torturata. Senza la minima idea di come superare tutto questo. Di come gestirlo. La tristezza incontenibile. Il fallimento. Il rimorso per essere una madre così imperfetta.