Dieci cose che avevo dimenticato

Autore Lucrezia Sarnari

Editore Rizzoli

Pagine 303

Prezzo 18,00 €, eBook 9,99€

Mi hai fatto capire alcune cose […] Almeno dieci cose che avevo dimenticato. […] Innanzitutto che la vita è una cosa semplice se solo smettiamo di complicarcela; che per essere felici bisogna avere il coraggio di accettare cose che non avevano contemplato ne’ programmato; che nessuna grande città sarà mai abbastanza bella, perché di notte, nella grande città, le stelle non si vedono. Che i successi lavorativi, le promozioni, i contratti firmati non valgono niente se non hai nessuno con cui condividerli e che una gatta come unica compagnia di vita forse non mi basta più. Mi sono ricordata che i vini italiani sono più buoni di quelli francesi, che i paesaggi dell’Umbria, delle nostre campagne, hanno il potere di riconciliarti con te stessa; che il vero lusso è svegliarsi ogni mattina in una casa dove ti senti davvero a casa. […] Che dalle radici non si scappa perché, anche se scappi, quelle tornano a cercarti e ti riacciuffano sempre, ma soprattutto mi sono ricordata del sapore della torta di mele che faceva mia nonna assaggiando quella di tua mamma. Era il sapore della mia infanzia, delle merende con Marta, dell’ozio estivo, della spensieratezza e io lo avevo completamente dimenticato.

Il romanzo di Lucrezia Sarnari ci offre una riflessione sulle scelte di fronte alle quali la vita ci mette: c’è chi si rifugia nel lavoro e sacrifica gli affetti per una carriera brillante, come Gio’ e chi invece sceglie di diventare mamma e moglie e inevitabilmente perde per strada qualche pezzo di se’, come Marta. Non ci sono due persone più diverse di Gio’ e Marta: la prima vive a Parigi, ha una vita mondana molto ricca, un lavoro prestigioso nel settore pubblicitario ed è in attesa di una promozione, l’altra ha lasciato Milano, si è trasferita in provincia e ha rinunciato al suo sogno di diventare fotografa per occuparsi della sua famiglia . Le due sorelle si vedono molto poco,ma sono costrette a ritrovarsi quando ereditano la pasticceria della nonna a Collestefano, un piccolo paesino dell’Umbria, dove da piccole trascorrevano le loro vacanze estive. Li’ riscopriranno sapori dimenticati, volti cancellati dal tempo, ritmi di vita più lenti, valori e gesti che avevano dimenticato, priorità che avevano messo in secondo piano e capiranno che se si vuole si può essere felici, basta avere il coraggio di scegliere ciò che è davvero meglio per noi.

A complicare la vita di Marta e Gio’, inoltre c’è Marco, un ragazzo che da piccole non le degnava di uno sguardo, ma che adesso irrompe nelle loro vite portando un certo scompiglio.

Marco è pieno di fascino, è innegabile, e ha una spiccata sensibilità. Mi chiedo, però, se non sia un grande bluff.

Le 300 pagine del romanzo sono volate via in fretta, complice un linguaggio veloce e piano e la mia voglia di arrivare alla fine e di seguire le voci di Gio’ e Marta che si alternano nel corso del racconto. Il libro mi ha colpito soprattutto perché mi sono ritrovata in Marta, mamma di uno tsunami di nome Vittorio (come mio figlio) che le ha sconvolto la vita e per il quale lei ha dovuto riprogettare tutta la sua vita, il suo lavoro, i suoi ritmi, mettendo a volte in secondo piano i suoi desideri.

Ho sempre saputo che un giorno sarei diventata mamma, ma non avevo previsto quanto sarebbe stato complicato. Amo mio figlio Vittorio alla follia, ma che fatica! Mi dico sempre che non si può essere allo stesso tempo una mamma presente, una compagna amorevole, un’amante appassionata e una professionista affermata senza perdere qualche pezzo. Io di pezzi ne ho persi molti per strada, soprattutto pezzi di me stessa. Mi sono “sacrificata” per amore: questo direbbero di me, anche se non mi sembra di fare chissà quali sacrifici.

Magari avrei voluto sapere che ne è stato di Marta dopo il soggiorno a Collestefano, ma l’autrice ci dice solo quello che succede a Gio’ al suo ritorno a Parigi.

Comunque aspetto con ansia il prossimo romanzo della Sarnari!

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