Autore R.J. Palacio
Editore Giunti
Pagine 285
Prezzo 12,00 €
ISBN 9788809058347
So di non essere un normale ragazzino di dieci anni. Sì, insomma, faccio cose normali, naturalmente. Mangio il gelato. Vado in bicicletta. Gioco a palla. Ho l’Xbox. E cose come queste fanno di me una persona normale. Suppongo. E io mi sento normale. Voglio dire dentro.
Ma so anche che i ragazzini normali non fanno scappare via gli altri ragazzini normali fra urla e strepiti ai giardini. E so che la gente non li fissa a bocca aperta ovunque vadano.
La sorte non è stata benevola con August Pullman che soffre della sindrome di Treacher Collins, una deformazione craniofacciale che lo ha costretto a subire moltissime operazioni fin da piccolo per riuscire a fare quello che per gli altri è normale, come respirare e deglutire.
La mamma Isabel, il padre Nate e la sorella Olivia lo hanno cresciuto con amore e protetto dalle reazioni della gente, grandi e piccoli, che spesso rimanevano a bocca aperta o avevano reazioni peggiori quando lo vedevano, finché viene deciso che Auggie inizierà a frequentare una scuola pubblica. Sarà allora che il piccolo dovrà vedersela da solo con il mondo. Nella nuova scuola conoscerà degli amici come Summer e Jack, ma non mancheranno certo gli scontri e le battutine, le derisioni e i giochi crudeli alle sue spalle. In particolare Julian e i suoi amici, Amos, Miles e Henry, lo torturano e si accaniscono contro August creandogli grandi difficoltà, a tal punto che il piccolo non vuole più andare a scuola. Sarà solo grazie alla sua capacità di ironizzare sulle situazioni che gli capitano e alla sua straordinaria forza d’animo che riuscirà a dimostrare a tutti che lui è proprio come loro.
Il modo migliore per misurare quanto sei cresciuto non sono i centimetri o il numero di giri che puoi percorrere ora attorno alla pista. È ciò che hai fatto con il tuo tempo, come hai scelto di trascorrere le tue giornate e di chi ti stai prendendo cura. Questa, per me, è la misura più grande del successo.
Il libro è diviso in capitoli nei quali sentiamo le voci dei vari protagonisti, Auggie, la sorella Via, i nuovi amici di Auggie, Summer e Jack, il fidanzato di Via Justin, la migliore amica di Via, Miranda. Inoltre il racconto è scandito dai precetti del signor Browne, un insegnante di Auggie, che ogni mese assegna alla classe una frase su cui i ragazzi dovranno riflettere, discuterne insieme e poi scrivervi un testo.
Questo è nato come un libro per ragazzi ma tutti dovrebbero leggerlo per capire quali sono le cose importanti nella vita, quale valore dare ai rapporti che creiamo con gli altri e per renderci conto del fatto che non bisogna mai giudicare un libro dalla copertina, così come non bisogna giudicare una persona dalla sua faccia.
L’autrice ha dato vita ad una storia dolce e commovente, senza scivolare nei luoghi comuni legati al concetto della disabilità e delle reazioni rispetto ad essa. Non è sempre facile confrontarsi con ciò che percepiamo come “diverso” da noi, perché tutto quello che è differente dai canoni di normalità imposti dalla società ci spaventa. Per alcuni è come un salto nel buio avvicinarsi a persone che sono affette da disabilità più o meno gravi, più o meno evidenti. Questo disagio spesso è dovuto al fatto che non sappiamo come comportarci, non conosciamo le difficoltà che una certa disabilità comporta e poi soprattutto nei più piccoli c’è il discorso della “popolarità”: cercare di fare amicizia con un bambino disabile automaticamente, nella maggior parte dei casi, porta ad una sorta di “ostracismo sociale”, nessuno gioca con lui e farlo equivarrebbe all’automatica esclusione dal gruppo di pari.
I pregiudizi sono duri a morire e nonostante i bei discorsi sull’integrazione e le pari opportunità, chi ha un deficit cognitivo, fisico o relazionale viene ancora additato come un “diverso” e solo pochi hanno l’intelligenza di superare le loro paure e di stabilire un contatto con lui.
Coraggio. Gentilezza. Amicizia.CarattereQueste sono le qualità che ci definiscono esseri umani e ci spingono, a volte, alla grandezza.