La magia degli inerti

Autore Roberto Petrucci

Independently published

Pagine 136

Prezzo 9,35€, eBook 0,99 €

ISBN 978-179403499

Ogni tanto mi capita di iniziare un libro perché sono spinta da quanto leggo nella sinossi sulla seconda di copertina, dalle recensioni positive o dalla loro posizione nella classifica delle vendite. E a volte capita che le belle parole spese per promuovere un libro rimangano poi delle vuote promesse, così arrivo alle ultime pagine solo per principio, perché non mi piace mai lasciare qualcosa di incompiuto e perché magari fino alla fine voglio dare un’altra chance alla storia.

Questo è quello che ho pensato iniziando a leggere La magia degli inerti di Petrucci, un autore che ho conosciuto attraverso la sua pagina Instagram, ho continuato a sfogliarne le pagine presentendo un finale scontato e banale e invece sono rimasta spiazzata, colpita nel profondo dai risvolti della storia narrata.

Lo stesso autore più di una volta dice che la protagonista si sente come uno dei personaggi di quei romanzetti da quattro spiccioli che tanto detesta e il lettore prova proprio la stessa sensazione, si dice: “Ecco l’ennesima storia d’amore tra ragazzi, con i soliti luoghi comuni e cliché triti e ritriti!” E invece ….

Paola è una ragazza come tante: frequenta l’università, sta uscendo a fatica da una brutta storia sulla quale aveva fantasticato, ha due amiche, Marta ed Elisabetta, in particolare l’ultima è la sua “persona”, quella che la capisce al volo, che le dice sempre in faccia la verità, che la critica per farla migliorare. Le tre incontrano in metropolitana Luca e Riccardo e, dopo che il loro esame è stato rimandato, trascorrono un fine settimana nella casa in campagna di Riccardo, dove vivono i suoi nonni e il fratellino Andrea, affetto da una terribile malattia genetica. Paola e Riccardo si scontrano fin dall’inizio, hanno due caratteri che fanno scintille, litigano e si beccano per niente fino a quando scocca tra di loro la passione e scoprono di non poter fare a meno l’uno dell’altra.

Non svelerò altro della storia perché rischio di rovinare la lettura a chi volesse avvicinarsi a questo libro che nasconde molto più di quanto sembra.

Posso solamente dire che qua e là ci sono spunti su cui riflettere, come il fatto che la vita a volte ci fa cadere così in basso che non riusciamo ad alzarci, ma dobbiamo avere la forza per farlo, per continuare a lottare e soprattutto per avere l’umiltà di chiedere aiuto agli altri, perché non sempre ci salviamo da soli.

La magia degli inerti è anche un libro sull’amicizia, su quelle persone straordinarie che incontriamo lungo il nostro cammino e che prendono le decisioni al posto nostro se non abbiamo la lucidità per farlo.

I personaggi sono ben delineati, anche se abbastanza prevedibili, forse perché sono semplicemente dei ragazzi come tanti altri, con le loro paure e le loro insicurezze: Paola ha un “carattere di quercia e marmo”, ma è solo una corazza e neanche troppo coriacea, perché a volte si scioglie per una semplice parola, allo stesso modo Riccardo ha una doppia personalità, un po’ come Dr Jekyll e Mr Hyde, ora punzecchia Paola e la prende in giro, ora getta la maschera e rivela il suo lato più dolce e fragile.

In definitiva, il libro è una piacevole sorpresa che mi ha fatto cambiare completamente l’idea che me ne ero fatta all’inizio.

“Ho sempre pensato che non l’avrei superata mai, che quel pozzo prima o poi mi avrebbe inghiottita. Fortunatamente sono cresciuta e il tempo mi ha insegnato che per quanto possa essere freddo e buio, un pozzo ha solamente due direzioni. La verità è che devi essere pronta a guardare verso il cielo per renderti conto se c’è qualcuno disposto a riportarti su.”

[… ] si può sfuggire alle persone che ti odiano, ma non è possibile farlo da coloro che ti amano.

[…] la vita non ti prepara mai ad affrontare le situazioni inaspettate. Sola su un palcoscenico, senza aver fatto uno straccio di prova, fino a quando non ti puntano i fari addosso.

Che strano. Il dolore rendeva quel ragazzo irresistibile, amabile e così vicino a lei da renderlo inevitabile. Un’altra anima che annaspava dentro un pozzo, condannato di giorno a far finta che vada tutto bene, mentre dentro lo stomaco, la notte, il silenzio ha un rumore assordante

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