Autore J. D. Salinger
Editore Einaudi
Pagine 248
Prezzo 12 €
ISBN 97888806193096
Devo ammettere che questo classico della letteratura non mi ha entusiasmato molto all’inizio, ma procedendo con la lettura ho cambiato idea.
Holden Caulfield è un ragazzino della New York bene vissuto negli anni ’50, ha 16 anni e frequenta un istituto di preparazione al college , il Pencey ad Agerstown, in Pennsylvania, ma viene cacciato per il suo scarso impegno nello studio. Impaziente di andarsene dalla scuola prima possibile, la lascia di notte, di soppiatto, con pochi effetti personali e torna a New York. Arrivato nella sua città, decide di non tornare subito a casa per paura della reazione che potrebbero avere i suoi genitori, va alla disperata ricerca di un posto dove dormire e si accontenta di un albergo molto squallido, poi tenta di rintracciare qualche ex compagno di scuola con cui parlare e passare un po’ di tempo. Alla fine decide di andarsene per sempre da New York e si intrufola di nascosto a casa sua per salutare per l’ultima volta la sua adorata sorellina Phoebe, incontro che cambierà la sua decisione.
La scelta di raccontare in prima persona la storia è stata dettata probabilmente dall’intenzione di Salinger di portare il lettore nella mente del protagonista, per far capire quali sono gli stati d’animo, le riflessioni, le paure, i dubbi di un ragazzino di 16 anni che ancora non ha trovato il suo posto nel mondo, un ragazzino fragile e molto emotivo che ha fretta di crescere e di dimostrare a tutti che è capace di cavarsela da solo. Le sue ansie e i suoi problemi sono gli stessi che tormentano i ragazzi di oggi: è stato cacciato da varie scuole e teme di aver deluso i suoi genitori; è ossessionato dal sesso, si da’ delle arie da grande esperto in materia, ma in realtà ne sa poco e l’ha sperimentato in modo molto approssimativo, tanto che quando ha un incontro nella camera d’albergo con una prostituta le chiede di poter parlare solamente; è smanioso di darsi un contegno e per questo fuma in continuazione sigarette e cerca di ordinare whisky nei club in cui entra; ha un rapporto molto profondo con i fratelli, è rimasto traumatizzato dalla morte del minore Allie e spesso ci parla come se fosse vicino a lui, adora la sorellina Phoebe, le confida i suoi guai e ne ascolta i consigli, anche se ha solo 10 anni, infine ammira moltissimo il più grande dei suoi fratelli, D. B., che fa lo scrittore e si è trasferito a Hollywood.
Holden ci offre un autoritratto molto intenso: dice di essere un gran bugiardo, un esibizionista, un tipo molto nervoso, un vigliacco.
Non è divertente essere vigliacco. Forse io non sono proprio vigliacco. Non lo so. Credo che forse un po’ sono vigliacco e un po’ sono il tipo che mi fa un baffo se perdo i guanti.
Bellissime sono le sue parole sulla lettura:
Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l’autore fosse un tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira.
All’inizio leggere di questo ragazzino ricco e in fondo viziato, che si fa cacciare dall’ennesima scuola, che usa in continuazione le espressioni “e compagnia bella” “eccetera eccetera” “e via discorrendo”, o che chiama tutti “vecchio/vecchia” è risultato molto noioso. Poi ho guardato Holden sotto un punto di vista diverso: l’ho visto come un ragazzino indifeso, terribilmente solo, senza amici, senza punti di riferimento, con un rapporto difficile con i suoi genitori, un ragazzino che non sa che fare del suo futuro e che romanticamente pensa di abbandonare tutto, andare verso ovest e cercarsi un lavoro in una pompa di benzina. Poi grazie ad un suo ex professore capisce che quello non è il suo destino.
Allora comincerai ad andare sempre più vicino, se sai volerlo e se sai cercarlo e aspettarlo, a quel genere di conoscenza che sarà cara, molto cara al tuo cuore. Tra l’altro, scoprirai di non essere il primo che il comportamento degli uomini abbia sconcertato, impaurito e perfino nauseato. […] Molti, moltissimi uomini si sono sentiti moralmente e spiritualmente turbati come te adesso. Per fortuna, alcuni hanno messo nero su bianco quei turbamenti. Imparerai da loro … se vuoi. Proprio come un giorno, se tu avrai qualcosa da dare, altri impareranno da te.
Holden potrebbe essere vissuto tranquillamente ai nostri giorni, parlando avrebbe usato certamente altri intercalari, anche molto volgari, non avrebbe fumato semplici sigarette ma avrebbe fatto sicuramente uso di marijuana e altri stupefacenti, non sarebbe entrato in club dove si suonava il piano, ma in discoteche assordanti. Un classico ha questo pregio: quello di avere moltissimo da insegnare a chiunque voglia leggerlo anche a distanza di tanto tempo , perché vi si trovano gli stessi argomenti e le risposte agli stessi interrogativi che chiunque di noi si pone, oggi come ieri e per sempre.