Autore Bruce DeSilva
Editore Giunti
Pagine 391
Prezzo 16,00 €, eBook 8,90€
ISBN 9788809787971
Prendete una tranquilla cittadina del Rhode Island, un giornale in crisi per la concorrenza di internet, un giornalista che conosce tutti in città, consumatore accanito di Cohiba e Partagas, nonché di generose dosi di Bushmills, guidatore di una Bronco arrugginita e ammaccata, aggiungeteci il ritrovamento di un braccio di una bambina in un porcile e l’improvvisa morte non accidentale di un noto pornografo della zona.
Questi gli ingredienti principali de Il vizio del male, seconda avventura di Liam Mulligan, in perfetto stile hard-boiled.
Aggiungeteci riferimenti a Raymond Chandler, Robert Parker, Michael Connelly e all’ispettore Callaghan e un’incursione nel mondo della pedopornografia, nonché gli anatemi contro i peccatori di tutto il mondo lanciati dalla Chiesa Battista della Spada di Dio e il gioco è fatto: DeSilva ha creato una storia che fila liscia liscia verso un finale non scontato e che ci fa sperare che in fondo c’è del buono in ogni situazione, anche in quella più drammatica.
Mulligan rispecchia abbastanza fedelmente le caratteristiche del tipico protagonista dei libri hard-boiled: ha un’età che si aggira attorno ai 40 anni ed è un tipo “duro”, ma solo in apparenza; salta spesso i pasti e quando non lo fa consuma cibo da fast food, caffè nero, sigari e whiskey, cosa che il suo stomaco fatica a tollerare sempre di più; i suoi luoghi di ritrovo preferiti sono tavole calde, bar dove si fuma nonostante il divieto e locali notturni; è dotato di un certo senso dell’umorismo che spesso non funziona con i”cattivi” che incontra nell’esercizio della sua professione; a volte gira armato, ma la sua pistola ha più un valore affettivo che difensivo; ha alle spalle un matrimonio finito con un’ex moglie che lo tempesta di telefonate; i casi in cui si imbatte a prima vista sembrano essere semplici e lineari, ma lo costringono spesso a scontrarsi con la malavita organizzata e a frequentare i quartieri più malfamati della città.
DeSilva scrive una prosa asciutta e lineare, mescola termini più coloriti con un linguaggio a volte più elevato e condisce il tutto con una buona dose di sarcasmo.
Insomma, c’è tutto per una lettura molto interessante e che non deluderà certo le aspettative del pubblico.